Il Regolamento UE prevede che gli animali allevati secondo il sistema biologico debbano essere alimentati esclusivamente con alimenti biologici. Inoltre prevede che qualunque sia la provenienza (nazionale, comunitaria o da paesi terzi) e l’origine degli alimenti e dei mangimi (comprendendo materie prime, additivi ed ausiliari di fabbricazione) introdotti nella razione alimentare degli animali, essi non debbano mai essere ottenuti con l’impiego di organismi geneticamente modificati (OGM) o di prodotti da essi derivati. Purtroppo si sta dimostrando sempre più arduo il reperimento sul mercato di alcuni prodotti (essenzialmente soia, mais, colza e cotone) realmente esenti da OGM. Le soluzioni proposte per prevenire la presenza di OGM nei mangimi vanno dall’affrontare i punti critici del sistema di controllo, al miglioramento delle metodiche di analisi, all’articolazione delle competenze tra i vari soggetti istituzionali (MIPAF, altri Ministeri, Organismi di Controllo), compresa la definizione di strategie da condividere con gli altri operatori della filiera. Ciò che, più di ogni altra cosa, potrebbe essere decisivo per la risoluzione del problema, sarebbe l’eliminazione degli alimenti ad alto rischio OGM, e la loro sostituzione con altri non a rischio, con caratteristiche qualitative simili e di facile produzione aziendale. La nostra ricerca si è basata sulla sostituzione, nella razione delle lattifere (bovine e bufale), della soia con altre leguminose facilmente coltivabili in azienda o comunque facilmente acquistabili in loco. La scelta delle essenze è variata a seconda dell’ambito geografico. Sono stati utilizzati: favino, pisello proteico, e lupino come tali o integrati in mangimi appositamente preparati. La valutazione della qualità delle produzioni ha compreso sempre anche la raccolta dei dati di produzione e qualità antecedenti alla prova di alimentazione al fine di poter avere un confronto. Il progetto ha voluto rappresentare tutte le realtà delle produzioni biologiche bovine e bufaline da latte del nostro Paese. A tal fine sono state fatte cinque prove secondo il seguente schema: 1. In Lombardia (Nord Italia, pianura) l’Università degli Studi di Milano ha lavorato in bovine Pezzate Nere ad alta produzione; 2. In Trentino (Nord Italia, montagna) l’Università degli Studi di Padova ha lavorato su bovine Rendene; 3. In Toscana (Centro Italia, collina) l’Università degli Studi di Firenze ha lavorato su bovine Pezzate Nere ad alta produzione; 4. In Campania (Sud Italia, pianura) l’Università degli Studi di Napoli Federico II ha lavorato su bufale; 5. In Sicilia (Sud Italia, isole) l’Università degli Studi di Palermo, ha lavorato su bovine Brune. In tutte le prove si è analizzato il latte per determinarne gli aspetti qualitativi.

Ricerche nel settore dei bovini e bufali da latte / Martini, A.; Lotti, C.; Sargentini, C.; Giorgetti, A.; Cozzi, G.; Boukha, A.; Ferrante, V.; DE ROSA, Giuseppe; Masucci, Felicia; DI FRANCIA, Antonio; Bonanno, A.; DI GRIGOLI, A.. - STAMPA. - (2010), pp. 27-35.

Ricerche nel settore dei bovini e bufali da latte

DE ROSA, GIUSEPPE;MASUCCI, FELICIA;DI FRANCIA, ANTONIO;
2010

Abstract

Il Regolamento UE prevede che gli animali allevati secondo il sistema biologico debbano essere alimentati esclusivamente con alimenti biologici. Inoltre prevede che qualunque sia la provenienza (nazionale, comunitaria o da paesi terzi) e l’origine degli alimenti e dei mangimi (comprendendo materie prime, additivi ed ausiliari di fabbricazione) introdotti nella razione alimentare degli animali, essi non debbano mai essere ottenuti con l’impiego di organismi geneticamente modificati (OGM) o di prodotti da essi derivati. Purtroppo si sta dimostrando sempre più arduo il reperimento sul mercato di alcuni prodotti (essenzialmente soia, mais, colza e cotone) realmente esenti da OGM. Le soluzioni proposte per prevenire la presenza di OGM nei mangimi vanno dall’affrontare i punti critici del sistema di controllo, al miglioramento delle metodiche di analisi, all’articolazione delle competenze tra i vari soggetti istituzionali (MIPAF, altri Ministeri, Organismi di Controllo), compresa la definizione di strategie da condividere con gli altri operatori della filiera. Ciò che, più di ogni altra cosa, potrebbe essere decisivo per la risoluzione del problema, sarebbe l’eliminazione degli alimenti ad alto rischio OGM, e la loro sostituzione con altri non a rischio, con caratteristiche qualitative simili e di facile produzione aziendale. La nostra ricerca si è basata sulla sostituzione, nella razione delle lattifere (bovine e bufale), della soia con altre leguminose facilmente coltivabili in azienda o comunque facilmente acquistabili in loco. La scelta delle essenze è variata a seconda dell’ambito geografico. Sono stati utilizzati: favino, pisello proteico, e lupino come tali o integrati in mangimi appositamente preparati. La valutazione della qualità delle produzioni ha compreso sempre anche la raccolta dei dati di produzione e qualità antecedenti alla prova di alimentazione al fine di poter avere un confronto. Il progetto ha voluto rappresentare tutte le realtà delle produzioni biologiche bovine e bufaline da latte del nostro Paese. A tal fine sono state fatte cinque prove secondo il seguente schema: 1. In Lombardia (Nord Italia, pianura) l’Università degli Studi di Milano ha lavorato in bovine Pezzate Nere ad alta produzione; 2. In Trentino (Nord Italia, montagna) l’Università degli Studi di Padova ha lavorato su bovine Rendene; 3. In Toscana (Centro Italia, collina) l’Università degli Studi di Firenze ha lavorato su bovine Pezzate Nere ad alta produzione; 4. In Campania (Sud Italia, pianura) l’Università degli Studi di Napoli Federico II ha lavorato su bufale; 5. In Sicilia (Sud Italia, isole) l’Università degli Studi di Palermo, ha lavorato su bovine Brune. In tutte le prove si è analizzato il latte per determinarne gli aspetti qualitativi.
2010
9788882490874
Ricerche nel settore dei bovini e bufali da latte / Martini, A.; Lotti, C.; Sargentini, C.; Giorgetti, A.; Cozzi, G.; Boukha, A.; Ferrante, V.; DE ROSA, Giuseppe; Masucci, Felicia; DI FRANCIA, Antonio; Bonanno, A.; DI GRIGOLI, A.. - STAMPA. - (2010), pp. 27-35.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/372175
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