In ritardo rispetto alla Campania peninsulare, le isole partenopee rientrarono nei domini della cultura europea soltanto dai primi decenni dell’Ottocento, quando viaggiatori, scrittori e artisti stranieri scoprivano quell’inesplorato compendio di Natura e Storia distante nel mare del golfo di Napoli. Luoghi fino a quel tempo ignoti, furono da allora raggiunti da un crescente e colto pubblico europeo impegnato in un’aspra critica sulle sorti delle città europee, in linea con l’anticapitalismo romantico di Thomas Carlyle,William Morris e John Ruskin. Sull’idea di una condizione sociale e produttiva più vicina alla natura, Ischia, Procida e Capri, con quei paesaggi di coste e agavi in riva al mare, aggiungevano nuovi argomenti all’immagine canonica delle terre mediterranee costruita dal Grand Tour settecentesco. Era come svelare un altro Sud ancora sostanzialmente sconosciuto, ma presto esplorato in ogni suo carattere al punto da essere richiamato in un’ampia letteratura come un argine ideologico alle conseguenze dell’industrialismo e al degrado della condizione urbana. Fucina di una vibrante retorica dell’ ‘altrove’, celebrata dall’ imagerie romantic, quelle remote terre limitate dal mare furono nondimeno tempestivi laboratori della tutela del paesaggio: è del 1922 il celebre Convegno del Paesaggio promosso a Capri dall’allora sindaco Edwin Cerio che tra il 9 e l’11 luglio chiamò sull’isola protagonisti della cultura e rappresentanti istituzionali a dialogare sulle “bellezze naturali” del luogo, ponendo le premesse per una nuova sensibilità sul territorio e per un’ accorta tutela dell’architettura locale. Vi parteciparono anche personaggi distanti dalla cultura della conservazione e del restauro come Tommaso Marinetti al quale non sfuggirono le differenti posizioni degli intervenuti: «ho notato due tendenze forzatamente in rissa tra loro: passatismo cocciutamente devoto all’imitazione e al restauro e spirito creativo presentista, talvolta quasi futurista».
PPR. Piano Paesaggistico Regionale della Campania / DI LIELLO, Salvatore. - 2:(2022), pp. 99-104.
PPR. Piano Paesaggistico Regionale della Campania.
Salvatore Di Liello
2022
Abstract
In ritardo rispetto alla Campania peninsulare, le isole partenopee rientrarono nei domini della cultura europea soltanto dai primi decenni dell’Ottocento, quando viaggiatori, scrittori e artisti stranieri scoprivano quell’inesplorato compendio di Natura e Storia distante nel mare del golfo di Napoli. Luoghi fino a quel tempo ignoti, furono da allora raggiunti da un crescente e colto pubblico europeo impegnato in un’aspra critica sulle sorti delle città europee, in linea con l’anticapitalismo romantico di Thomas Carlyle,William Morris e John Ruskin. Sull’idea di una condizione sociale e produttiva più vicina alla natura, Ischia, Procida e Capri, con quei paesaggi di coste e agavi in riva al mare, aggiungevano nuovi argomenti all’immagine canonica delle terre mediterranee costruita dal Grand Tour settecentesco. Era come svelare un altro Sud ancora sostanzialmente sconosciuto, ma presto esplorato in ogni suo carattere al punto da essere richiamato in un’ampia letteratura come un argine ideologico alle conseguenze dell’industrialismo e al degrado della condizione urbana. Fucina di una vibrante retorica dell’ ‘altrove’, celebrata dall’ imagerie romantic, quelle remote terre limitate dal mare furono nondimeno tempestivi laboratori della tutela del paesaggio: è del 1922 il celebre Convegno del Paesaggio promosso a Capri dall’allora sindaco Edwin Cerio che tra il 9 e l’11 luglio chiamò sull’isola protagonisti della cultura e rappresentanti istituzionali a dialogare sulle “bellezze naturali” del luogo, ponendo le premesse per una nuova sensibilità sul territorio e per un’ accorta tutela dell’architettura locale. Vi parteciparono anche personaggi distanti dalla cultura della conservazione e del restauro come Tommaso Marinetti al quale non sfuggirono le differenti posizioni degli intervenuti: «ho notato due tendenze forzatamente in rissa tra loro: passatismo cocciutamente devoto all’imitazione e al restauro e spirito creativo presentista, talvolta quasi futurista».File | Dimensione | Formato | |
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