A volte il paesaggio viene applicato come paradigma conoscitivo di una realtà particolarmente complessa che altri modelli non riuscirebbero a interpretare adeguatamente. Accade per alcuni particolari ambienti dove per motivi differenti – memorie e miti primordiali, sorprendenti fenomeni naturali, presenze monumentali − il paesaggio compendia efficacemente questi argomenti, talvolta tutti coralmente attivi in uno stesso luogo come nei Campi Flegrei. Qui e in altri pochissimi casi, ma difficilmente con la stessa straordinaria evidenza, il paesaggio sottende una continua esegesi sulla Storia e sulla Natura chiamata a tradurre in segni e parole una terra di mirabilia, memoria di simboli ben oltre il visibile. Nella cultura occidentale, la terra a ovest di Napoli, tra Posillipo e Cuma, ancor prima di concretarsi come eccezionale exemplum Naturae et Artis, o di aprirsi allo sguardo dell’artista e del viaggiatore di ogni tempo, rimanda a un luogo mentale il cui vero significato, ben oltre l’evidenza archeologica e gli vulcani perennemente attivi, affiora da una dimensione sotterranea, un luogo ctonio invisibile, una metafora alimentata dalla letteratura e dal mito: la Nekyia di Odisseo che spinge il suo viaggio verso l’Ade, attraversando la terra dei Cimmeri avvolta da brume e nuvole mai raggiunte dal sole, santuari sotterranei protetti da un ‘cielo’ degli Inferi al di sotto della terra, l’impresa avernale di Enea, la dimora dei Giganti che dagli abissi più profondi sfidarono l’ira di Giove, sono solo alcuni dei metastorici topoi collegati a questa terra continuamente rimodellata da improvvise eruzioni o da più lenti bradisismi. E quando quella straordinaria evidenza di coste crateriche sbrecciate dal mare e segnate da sublimi rovine, scarnite dal tempo, trapela nella lettura e rilettura di Omero, Orazio e Virgilio, o nei ritratti di vulcani, acropoli e rotonde termali, la realtà fisica appare trasfigurata rivelando in questa deformata riscrittura un portato di idee, una narrazione ben oltre l’effettiva consistenza degli oggetti e dei luoghi narrati: sguardi deformanti come simboliche visioni che nondimeno colgono l’autentico significato di luoghi talmente celebrati dalla cultura di ogni epoca da trasformarsi in allusive metafore.

Esperienza estetica ed esegesi di un paesaggio: i Campi Flegrei / DI LIELLO, Salvatore. - (2022), pp. 322-331.

Esperienza estetica ed esegesi di un paesaggio: i Campi Flegrei

Salvatore Di Liello
2022

Abstract

A volte il paesaggio viene applicato come paradigma conoscitivo di una realtà particolarmente complessa che altri modelli non riuscirebbero a interpretare adeguatamente. Accade per alcuni particolari ambienti dove per motivi differenti – memorie e miti primordiali, sorprendenti fenomeni naturali, presenze monumentali − il paesaggio compendia efficacemente questi argomenti, talvolta tutti coralmente attivi in uno stesso luogo come nei Campi Flegrei. Qui e in altri pochissimi casi, ma difficilmente con la stessa straordinaria evidenza, il paesaggio sottende una continua esegesi sulla Storia e sulla Natura chiamata a tradurre in segni e parole una terra di mirabilia, memoria di simboli ben oltre il visibile. Nella cultura occidentale, la terra a ovest di Napoli, tra Posillipo e Cuma, ancor prima di concretarsi come eccezionale exemplum Naturae et Artis, o di aprirsi allo sguardo dell’artista e del viaggiatore di ogni tempo, rimanda a un luogo mentale il cui vero significato, ben oltre l’evidenza archeologica e gli vulcani perennemente attivi, affiora da una dimensione sotterranea, un luogo ctonio invisibile, una metafora alimentata dalla letteratura e dal mito: la Nekyia di Odisseo che spinge il suo viaggio verso l’Ade, attraversando la terra dei Cimmeri avvolta da brume e nuvole mai raggiunte dal sole, santuari sotterranei protetti da un ‘cielo’ degli Inferi al di sotto della terra, l’impresa avernale di Enea, la dimora dei Giganti che dagli abissi più profondi sfidarono l’ira di Giove, sono solo alcuni dei metastorici topoi collegati a questa terra continuamente rimodellata da improvvise eruzioni o da più lenti bradisismi. E quando quella straordinaria evidenza di coste crateriche sbrecciate dal mare e segnate da sublimi rovine, scarnite dal tempo, trapela nella lettura e rilettura di Omero, Orazio e Virgilio, o nei ritratti di vulcani, acropoli e rotonde termali, la realtà fisica appare trasfigurata rivelando in questa deformata riscrittura un portato di idee, una narrazione ben oltre l’effettiva consistenza degli oggetti e dei luoghi narrati: sguardi deformanti come simboliche visioni che nondimeno colgono l’autentico significato di luoghi talmente celebrati dalla cultura di ogni epoca da trasformarsi in allusive metafore.
2022
9788862425322
Esperienza estetica ed esegesi di un paesaggio: i Campi Flegrei / DI LIELLO, Salvatore. - (2022), pp. 322-331.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
S. Di Liello_Esperienza estetica ed esegesi di un capesaggio.pdf

solo utenti autorizzati

Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: Dominio pubblico
Dimensione 1.3 MB
Formato Adobe PDF
1.3 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/940543
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact