Il panorama politico del Mezzogiorno di oggi può essere descritto, nei suoi tratti essenziali, come costituito da un lato da leadership capaci di rompere gli schemi, di imporsi attraverso la comunicazione politica e il messaggio netto, di dar vita a fenomeni di identificazione collettiva; dall’altro da circuiti particolaristici di fiducia e di distribuzione delle risorse che sembrano ereditare pratiche di fasi politiche precedenti e che si basano sulla interazione personalistica vis a vis nei territori. In entrambi i casi si tratta di forme persistenti, che in modi diversi, a volte apparentemente contrapposte, si sono consolidate nei passaggi cruciali degli ultimi anni: la grande recessione e poi l’affermazione di formazioni politiche anti-sistema fino ai grandi stravolgimenti politici causati dalla pandemia di Covid (si pensi all’impatto che questa ha avuto sugli esiti delle recenti regionali, con il successo clamoroso – e inatteso stando ai sondaggi precedenti al lock down – di alcuni candidati presidenti). Sono fenomeni diffusi nell’intero sistema politico italiano, ma nel Mezzogiorno, dove i cambiamenti elettorali sono più rapidi e le condizioni socio-economiche più difficili, sono nettamente distinguibili. Leadership monocratico-carismatiche e circuiti di fiducia alla dimensione territoriale richiedono apparati amministrativi atti a presidiare aree e settori, a distribuire risorse, a stimolare l’elettorato, a costruire interazione e fiducia. Entrambe le forme possono quindi essere utilmente indagate alla luce delle categorie del grande studioso tedesco, in particolare facendo riferimento ai modi di gestione dell’apparato amministrativo da cui derivano le varie forme di patrimonialismo. Weber individua due strade principali che conducono a una situazione di patrimonialismo e per questa via alle varie forme di clientelismo politico. La prima parte dal potere tradizionale e giunge attraverso successivi passaggi in “direzione moderna” alla costituzione di un potere di mediazione da parte di un gruppo sociale. Il passaggio si realizza in forza di una maggiore libertà nella gestione dell’apparato e delle sue risorse. La discrezionalità che ne deriva dà luogo a forme di favoritismo personale in base alle quali i membri del gruppo di potere vengono scelti in base alla fedeltà e alla fiducia personale. Secondo Roth (1990) da qui vengono nei moderni sistemi politici complessi le relazioni particolaristiche della clientela: l’arbitrio insito nel potere patrimoniale favorirebbe la creazione di rapporti di scambio. In questo idealtipo abbiamo la persistenza di forme antiche di potere personale e di subordinazione ma in uno stadio più complesso dell’organizzazione politica. Questa è una strada più consueta per gli studiosi del Mezzogiorno e in generale per coloro cha hanno analizzato le società soggette a rapidi mutamenti in direzione della modernità politica ed economica in un contesto di scarsità di risorse, ovvero in un contesto semiperiferico o periferico dell’economia mondiale. Nel nostro paese, non solo nel Mezzogiorno, il passaggio dal clientelismo dei notabili al clientelismo del partito politico, e poi agli imprenditori della politica descrive questo percorso, con una progressiva deregolamentazione del rapporto tra patrono, mediatore e cliente. La seconda strada parte dal potere carismatico e passa per le sue trasformazioni in senso extra-autoritario, in particolare in senso legale-razionale. Sempre riportando il pensiero di Weber, il potere carismatico nella sua forma genuina presenta una relazione rigorosamente personale. Se tale relazione non resta effimera, ma acquista carattere durevole – dando luogo a una comunità di compagni di fede, di discepoli oppure a un gruppo di partito – allora il potere carismatico che esisteva allo status nascendi deve mutare il proprio carattere in senso legale (oppure, più raramente, tradizionale). Le motivazioni possono essere l’interesse a mantenere in vita la spinta ideale e dunque la rianimazione continua della comunità oppure l’interesse dell’apparato amministrativo a consolidare la propria posizione facendola poggiare su un fondamento durevole e di carattere ordinario. Questo percorso può sia costituire la strada maestra del sorgere di situazioni di neo-patrimonialismo (come nelle democrazie evolute, in cui il potere monocratico dell’eletto deve attenzione alle componenti dell’apparato amministrativo e alle categorie sociali che hanno sostenuto l’impresa politica), sia costituire un rinforzo o una via aggiuntiva al percorso precedente, quando a una situazione di intermediazione politica derivante da un cambiamento da un assetto tradizionale a un assetto legale-razionale si somma la manifestazione di un potere carismatico che poi per mantenersi ha bisogno di forme di scambio di tipo neo-patrimonialistico. I riferimenti a quanto accade nel panorama politico attuale sembrano molti. Il contributo qui proposto intende discutere dei cambiamenti in atto e delle attuali forme politiche (leadership, apparati di partito, circuiti di clientela localizzati) alla luce di questi percorsi idealtipici e delle relative categorie proposte da Weber, con particolare riguardo alla situazione del Mezzogiorno.

Patrimonialismo e neopatrimonialismo nel Mezzogiorno di oggi / Brancaccio, Luciano. - (2020). (Intervento presentato al convegno Convegno Ais “Ripensare la società nelle emergenze e nelle trasformazioni globali. Con Max Weber 100 anni dopo tenutosi a Ais webinair nel 14-18 dicembre).

Patrimonialismo e neopatrimonialismo nel Mezzogiorno di oggi

Luciano Brancaccio
2020

Abstract

Il panorama politico del Mezzogiorno di oggi può essere descritto, nei suoi tratti essenziali, come costituito da un lato da leadership capaci di rompere gli schemi, di imporsi attraverso la comunicazione politica e il messaggio netto, di dar vita a fenomeni di identificazione collettiva; dall’altro da circuiti particolaristici di fiducia e di distribuzione delle risorse che sembrano ereditare pratiche di fasi politiche precedenti e che si basano sulla interazione personalistica vis a vis nei territori. In entrambi i casi si tratta di forme persistenti, che in modi diversi, a volte apparentemente contrapposte, si sono consolidate nei passaggi cruciali degli ultimi anni: la grande recessione e poi l’affermazione di formazioni politiche anti-sistema fino ai grandi stravolgimenti politici causati dalla pandemia di Covid (si pensi all’impatto che questa ha avuto sugli esiti delle recenti regionali, con il successo clamoroso – e inatteso stando ai sondaggi precedenti al lock down – di alcuni candidati presidenti). Sono fenomeni diffusi nell’intero sistema politico italiano, ma nel Mezzogiorno, dove i cambiamenti elettorali sono più rapidi e le condizioni socio-economiche più difficili, sono nettamente distinguibili. Leadership monocratico-carismatiche e circuiti di fiducia alla dimensione territoriale richiedono apparati amministrativi atti a presidiare aree e settori, a distribuire risorse, a stimolare l’elettorato, a costruire interazione e fiducia. Entrambe le forme possono quindi essere utilmente indagate alla luce delle categorie del grande studioso tedesco, in particolare facendo riferimento ai modi di gestione dell’apparato amministrativo da cui derivano le varie forme di patrimonialismo. Weber individua due strade principali che conducono a una situazione di patrimonialismo e per questa via alle varie forme di clientelismo politico. La prima parte dal potere tradizionale e giunge attraverso successivi passaggi in “direzione moderna” alla costituzione di un potere di mediazione da parte di un gruppo sociale. Il passaggio si realizza in forza di una maggiore libertà nella gestione dell’apparato e delle sue risorse. La discrezionalità che ne deriva dà luogo a forme di favoritismo personale in base alle quali i membri del gruppo di potere vengono scelti in base alla fedeltà e alla fiducia personale. Secondo Roth (1990) da qui vengono nei moderni sistemi politici complessi le relazioni particolaristiche della clientela: l’arbitrio insito nel potere patrimoniale favorirebbe la creazione di rapporti di scambio. In questo idealtipo abbiamo la persistenza di forme antiche di potere personale e di subordinazione ma in uno stadio più complesso dell’organizzazione politica. Questa è una strada più consueta per gli studiosi del Mezzogiorno e in generale per coloro cha hanno analizzato le società soggette a rapidi mutamenti in direzione della modernità politica ed economica in un contesto di scarsità di risorse, ovvero in un contesto semiperiferico o periferico dell’economia mondiale. Nel nostro paese, non solo nel Mezzogiorno, il passaggio dal clientelismo dei notabili al clientelismo del partito politico, e poi agli imprenditori della politica descrive questo percorso, con una progressiva deregolamentazione del rapporto tra patrono, mediatore e cliente. La seconda strada parte dal potere carismatico e passa per le sue trasformazioni in senso extra-autoritario, in particolare in senso legale-razionale. Sempre riportando il pensiero di Weber, il potere carismatico nella sua forma genuina presenta una relazione rigorosamente personale. Se tale relazione non resta effimera, ma acquista carattere durevole – dando luogo a una comunità di compagni di fede, di discepoli oppure a un gruppo di partito – allora il potere carismatico che esisteva allo status nascendi deve mutare il proprio carattere in senso legale (oppure, più raramente, tradizionale). Le motivazioni possono essere l’interesse a mantenere in vita la spinta ideale e dunque la rianimazione continua della comunità oppure l’interesse dell’apparato amministrativo a consolidare la propria posizione facendola poggiare su un fondamento durevole e di carattere ordinario. Questo percorso può sia costituire la strada maestra del sorgere di situazioni di neo-patrimonialismo (come nelle democrazie evolute, in cui il potere monocratico dell’eletto deve attenzione alle componenti dell’apparato amministrativo e alle categorie sociali che hanno sostenuto l’impresa politica), sia costituire un rinforzo o una via aggiuntiva al percorso precedente, quando a una situazione di intermediazione politica derivante da un cambiamento da un assetto tradizionale a un assetto legale-razionale si somma la manifestazione di un potere carismatico che poi per mantenersi ha bisogno di forme di scambio di tipo neo-patrimonialistico. I riferimenti a quanto accade nel panorama politico attuale sembrano molti. Il contributo qui proposto intende discutere dei cambiamenti in atto e delle attuali forme politiche (leadership, apparati di partito, circuiti di clientela localizzati) alla luce di questi percorsi idealtipici e delle relative categorie proposte da Weber, con particolare riguardo alla situazione del Mezzogiorno.
2020
Patrimonialismo e neopatrimonialismo nel Mezzogiorno di oggi / Brancaccio, Luciano. - (2020). (Intervento presentato al convegno Convegno Ais “Ripensare la società nelle emergenze e nelle trasformazioni globali. Con Max Weber 100 anni dopo tenutosi a Ais webinair nel 14-18 dicembre).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/869223
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