Il contributo prende atto del numero sorprendentemente elevato di compositori oggi attivi nel panorama mondiale: certamente tutto questo è segno di un oggettivo fermento creativo, ma crea anche intricatissimi problemi per la storiografia. Vengono quindi individuate – sulla scia del filosofo Luc Ferry – tre possibili declinazioni del ‘postmoderno’ musicale in atto tra la fine del XX e l’inizio XXI secolo, intese rispettivamente come naturale prosecuzione del modernismo, oppure, al contrario, come sua polemica interruzione o ancora come suo netto superamento. Emerge infatti una spiccata molteplicità dall’esame delle partiture del XXI secolo che risultano sinora maggiormente apprezzate da critici musicali e operatori del settore. Immaginando una possibile linea di sviluppo che dal tardo Ligeti approda a "Let me tell you" (2013) di Hans Abrahamsen o a "Become Ocean" (2013) di John Luther Adams, passando per lavori come "Asyla" (1997) di Thomas Adès, "Orion" (2002) di Kaija Saariaho o "Water Concerto" (2007) di Tan Dun, si richiama l’attenzione su un’ipotetica tendenza degli ultimi decenni che Tim Rutherford-Johnson ha definito «post-post-modern». Se tale superamento del modernismo dovesse in effetti affermarsi, allora le musiche del medio XXI secolo potrebbero fruttuosamente inserirsi nella nascente ‘epoca della sostenibilità’, cui fanno riferimento l’Agenda ONU 2030, il programma europeo del Nuovo Bauhaus e i costanti richiami ai catastrofici pericoli del cambiamento climatico.
Oltre il postmoderno / Bizzarini, Marco. - (2021), pp. 13-30. [10.6093/9788868871093]
Oltre il postmoderno
Bizzarini
2021
Abstract
Il contributo prende atto del numero sorprendentemente elevato di compositori oggi attivi nel panorama mondiale: certamente tutto questo è segno di un oggettivo fermento creativo, ma crea anche intricatissimi problemi per la storiografia. Vengono quindi individuate – sulla scia del filosofo Luc Ferry – tre possibili declinazioni del ‘postmoderno’ musicale in atto tra la fine del XX e l’inizio XXI secolo, intese rispettivamente come naturale prosecuzione del modernismo, oppure, al contrario, come sua polemica interruzione o ancora come suo netto superamento. Emerge infatti una spiccata molteplicità dall’esame delle partiture del XXI secolo che risultano sinora maggiormente apprezzate da critici musicali e operatori del settore. Immaginando una possibile linea di sviluppo che dal tardo Ligeti approda a "Let me tell you" (2013) di Hans Abrahamsen o a "Become Ocean" (2013) di John Luther Adams, passando per lavori come "Asyla" (1997) di Thomas Adès, "Orion" (2002) di Kaija Saariaho o "Water Concerto" (2007) di Tan Dun, si richiama l’attenzione su un’ipotetica tendenza degli ultimi decenni che Tim Rutherford-Johnson ha definito «post-post-modern». Se tale superamento del modernismo dovesse in effetti affermarsi, allora le musiche del medio XXI secolo potrebbero fruttuosamente inserirsi nella nascente ‘epoca della sostenibilità’, cui fanno riferimento l’Agenda ONU 2030, il programma europeo del Nuovo Bauhaus e i costanti richiami ai catastrofici pericoli del cambiamento climatico.File | Dimensione | Formato | |
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