Marina Chini, docente di Linguistica all’università di Pavia, fedele socia AItLA e assidua e preziosa frequentatrice dei suoi convegni, ci ha lasciati nel luglio 2018, dopo anni di straziante malattia. Noi tutti che l’abbiamo conosciuta la ricordiamo per la dedizione appassionata e sommessamente militante verso il suo lavoro, per la gentilezza delicata e la riservata ironia, per l’instancabile curiosità e apertura verso i colleghi, gli studenti e i giovani studiosi. Nel primo convegno che si è svolto senza la sua partecipazione, abbiamo voluto ricordarla attraverso le parole di quattro colleghe che l’hanno conosciuta in momenti diversi del suo percorso professionale e di vita e si sono qui confrontate con gli ambiti della sua ricerca con cui più intensamente hanno dialogato. Ada Valentini, Patrizia Giuliano, Stefania Scaglione e Silvia Sordella, che ringraziamo per l’affettuoso ricordo che di Marina hanno proposto al convegno, ci presentano nelle pagine che seguono i diversi risvolti della sua ricerca, intrecciando ricerca acquisizionale, sociolinguistica delle migrazioni e riflessione glottodidattica, con aperture su possibili sviluppi del lavoro da lei avviato. L’organizzazione tematica segue una scansione cronologica del progressivo ampliarsi degli interessi di ricerca di Marina: Valentini (§ 1) si concentra sulla ricerca acquisizionale svolta da Marina nei due campi dell’acquisizione della categoria di genere e di strutture e forme della testualità; Giuliano (§ 2) suggerisce possibili sviluppi di questo secondo filone di ricerca nell’ambito dell’acquisizione della lingua materna; Scaglione (§ 3) mette in luce il fondamentale ruolo di Marina negli studi di sociolinguistica delle migrazioni in Italia; Sordella infine (§ 4) richiama i molti spunti di riflessione che emergono dal suo lavoro per la riflessione glottodidattica e la formazione dei docenti. Ne risulta un quadro composito di temi ripresi e rin
Lingue in formazione, lingue migranti. Un ricordo di Marina Chini / Giuliano, Patrizia. - (2020), pp. 369-395.
Lingue in formazione, lingue migranti. Un ricordo di Marina Chini
Patrizia Giuliano
2020
Abstract
Marina Chini, docente di Linguistica all’università di Pavia, fedele socia AItLA e assidua e preziosa frequentatrice dei suoi convegni, ci ha lasciati nel luglio 2018, dopo anni di straziante malattia. Noi tutti che l’abbiamo conosciuta la ricordiamo per la dedizione appassionata e sommessamente militante verso il suo lavoro, per la gentilezza delicata e la riservata ironia, per l’instancabile curiosità e apertura verso i colleghi, gli studenti e i giovani studiosi. Nel primo convegno che si è svolto senza la sua partecipazione, abbiamo voluto ricordarla attraverso le parole di quattro colleghe che l’hanno conosciuta in momenti diversi del suo percorso professionale e di vita e si sono qui confrontate con gli ambiti della sua ricerca con cui più intensamente hanno dialogato. Ada Valentini, Patrizia Giuliano, Stefania Scaglione e Silvia Sordella, che ringraziamo per l’affettuoso ricordo che di Marina hanno proposto al convegno, ci presentano nelle pagine che seguono i diversi risvolti della sua ricerca, intrecciando ricerca acquisizionale, sociolinguistica delle migrazioni e riflessione glottodidattica, con aperture su possibili sviluppi del lavoro da lei avviato. L’organizzazione tematica segue una scansione cronologica del progressivo ampliarsi degli interessi di ricerca di Marina: Valentini (§ 1) si concentra sulla ricerca acquisizionale svolta da Marina nei due campi dell’acquisizione della categoria di genere e di strutture e forme della testualità; Giuliano (§ 2) suggerisce possibili sviluppi di questo secondo filone di ricerca nell’ambito dell’acquisizione della lingua materna; Scaglione (§ 3) mette in luce il fondamentale ruolo di Marina negli studi di sociolinguistica delle migrazioni in Italia; Sordella infine (§ 4) richiama i molti spunti di riflessione che emergono dal suo lavoro per la riflessione glottodidattica e la formazione dei docenti. Ne risulta un quadro composito di temi ripresi e rinI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.