«Quando io arrivai presso il detto Imperatore Manfredi egli mi fece onore ed io soggiornai insieme con lui in una delle città della terraferma d’Italia (…) la quale città [appartiene alle provincia] di Puglia (…) Presso il paese nel quale io soggiornava è una città chiamata Lȗģârah (Lucera), gli abitatori della quale son tutti musulmani di Sicilia e quivi si fa la pubblica preghiera del venerdì e si compiono pubblicamente i riti dell’islamismo». Nel 1260, in un periodo in cui la presenza araba nel Sud peninsulare costituiva una realtà storica ampiamente sedimentata, Ĝamâl ad’ dȋn, ambasciatore del principe d’Egitto e di Siria, come riporta Michele Amari (1881), annotava, non senza stupore, la pacifica esistenza di una comunità musulmana a Lucera. In quella linea di penetrazione che, dalla Sicilia, spingeva i musulmani verso la conquista della Puglia bizantina, rientrano numerosi insediamenti arabi di città e quartieri riconoscibili dalla forma degli impianti, oltre che dagli antichi toponimi. Più di altri centri del sud peninsulare, alcune città lucane mostrano, inalterati tracciati islamici particolarmente conservati a Tursi, Venosa, Tricarico, Pietra Pertosa, Matera. Qui le antiche Rabatane, ben oltre le originarie finalità difensive, divennero nel corso del medioevo centri stabilmente abitati destinati a fissare i caratteri di evidenti ’alterità’ urbane le cui relazioni con i contesti entro cui si formarono appaiono ancora tutte da approfondire.
Rabatane e alterità urbane nel medioevo lucano/The Rabatane and Urban Alterities in the Lucanian Middle Ages / DI LIELLO, Salvatore. - Volume:(2018), pp. 291-299.
Rabatane e alterità urbane nel medioevo lucano/The Rabatane and Urban Alterities in the Lucanian Middle Ages
Salvatore Di Liello
2018
Abstract
«Quando io arrivai presso il detto Imperatore Manfredi egli mi fece onore ed io soggiornai insieme con lui in una delle città della terraferma d’Italia (…) la quale città [appartiene alle provincia] di Puglia (…) Presso il paese nel quale io soggiornava è una città chiamata Lȗģârah (Lucera), gli abitatori della quale son tutti musulmani di Sicilia e quivi si fa la pubblica preghiera del venerdì e si compiono pubblicamente i riti dell’islamismo». Nel 1260, in un periodo in cui la presenza araba nel Sud peninsulare costituiva una realtà storica ampiamente sedimentata, Ĝamâl ad’ dȋn, ambasciatore del principe d’Egitto e di Siria, come riporta Michele Amari (1881), annotava, non senza stupore, la pacifica esistenza di una comunità musulmana a Lucera. In quella linea di penetrazione che, dalla Sicilia, spingeva i musulmani verso la conquista della Puglia bizantina, rientrano numerosi insediamenti arabi di città e quartieri riconoscibili dalla forma degli impianti, oltre che dagli antichi toponimi. Più di altri centri del sud peninsulare, alcune città lucane mostrano, inalterati tracciati islamici particolarmente conservati a Tursi, Venosa, Tricarico, Pietra Pertosa, Matera. Qui le antiche Rabatane, ben oltre le originarie finalità difensive, divennero nel corso del medioevo centri stabilmente abitati destinati a fissare i caratteri di evidenti ’alterità’ urbane le cui relazioni con i contesti entro cui si formarono appaiono ancora tutte da approfondire.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.