La patologia schizofrenica, letteralmente scissione (Spaltung) della mente, è rappresentata da un gruppo di psicosi caratterizzate da destrutturazione della personalità e disgregazione della struttura psichica e affettiva. L'elenco dei sintomi più ricorrenti nella patologia schizofrenica è ampio e non c'è totale accordo tra gli studiosi, resta per altro evidente che la patologia si manifesta soprattutto attraverso alterazioni dell'espressione linguistica. Il contributo mostra le peculiarità di questo tipo di parlato così come emergono dall'analisi di un Corpus di Italiano parlato patologico/schizofrenico (CIPPS) nel quale tutti gli elementi che usualmente accompagnano l'evento comunicativo, così come quelli più tipici dell'esecuzione patologica, sono annotati. Uno degli aspetti interessanti dell'analisi dei testi schizofrenici è l'uso della deissi, e quindi del complesso di tutti quegli elementi linguistici, interni all'enunciato, che ancorano quest'ultimo al contesto situazionale, con particolare riferimento ai protagonisti dell'atto comunicativo (deissi personale). A questo proposito l'analisi della produzione schizofrenica, con riferimento alla totalità del materiale lessicale prodotto da pazienti italiani nel corso delle sedute registrate e trascritte, ha consentito di osservare come i soggetti schizofrenici ricorrano spesso, e contrariamente rispetto alle attese, alla deissi personale e non solo all'uso di strategie linguistiche sostitutive come ad esempio Nome+Cognome (cfr. Dovetto 2014). Tra l'altro la ricorrenza della deissi della persona, soprattutto quando concretamente espressa nel testo dialogico, è ancor più significativa nell'italiano, lingua pro-drop, giacché la grammatica ne consente appunto l'assenza nella funzione di soggetto. Rispetto all’io quale segnalatore di individualità e contrasto, soprattutto quando è espresso nel cotesto linguistico e non sottinteso, anche l’uso del noi è rilevante per l’analisi dei dialoghi, in quanto costituisce un meccanismo di rafforzamento del senso di collettività, designando la pluralità alla quale il parlante sente di appartenere e nella quale si identifica.

Usi della prima persona plurale nel testo schizofrenico / Dovetto, FRANCESCA MARIA. - (2017), pp. 49-66.

Usi della prima persona plurale nel testo schizofrenico

DOVETTO, FRANCESCA MARIA
2017

Abstract

La patologia schizofrenica, letteralmente scissione (Spaltung) della mente, è rappresentata da un gruppo di psicosi caratterizzate da destrutturazione della personalità e disgregazione della struttura psichica e affettiva. L'elenco dei sintomi più ricorrenti nella patologia schizofrenica è ampio e non c'è totale accordo tra gli studiosi, resta per altro evidente che la patologia si manifesta soprattutto attraverso alterazioni dell'espressione linguistica. Il contributo mostra le peculiarità di questo tipo di parlato così come emergono dall'analisi di un Corpus di Italiano parlato patologico/schizofrenico (CIPPS) nel quale tutti gli elementi che usualmente accompagnano l'evento comunicativo, così come quelli più tipici dell'esecuzione patologica, sono annotati. Uno degli aspetti interessanti dell'analisi dei testi schizofrenici è l'uso della deissi, e quindi del complesso di tutti quegli elementi linguistici, interni all'enunciato, che ancorano quest'ultimo al contesto situazionale, con particolare riferimento ai protagonisti dell'atto comunicativo (deissi personale). A questo proposito l'analisi della produzione schizofrenica, con riferimento alla totalità del materiale lessicale prodotto da pazienti italiani nel corso delle sedute registrate e trascritte, ha consentito di osservare come i soggetti schizofrenici ricorrano spesso, e contrariamente rispetto alle attese, alla deissi personale e non solo all'uso di strategie linguistiche sostitutive come ad esempio Nome+Cognome (cfr. Dovetto 2014). Tra l'altro la ricorrenza della deissi della persona, soprattutto quando concretamente espressa nel testo dialogico, è ancor più significativa nell'italiano, lingua pro-drop, giacché la grammatica ne consente appunto l'assenza nella funzione di soggetto. Rispetto all’io quale segnalatore di individualità e contrasto, soprattutto quando è espresso nel cotesto linguistico e non sottinteso, anche l’uso del noi è rilevante per l’analisi dei dialoghi, in quanto costituisce un meccanismo di rafforzamento del senso di collettività, designando la pluralità alla quale il parlante sente di appartenere e nella quale si identifica.
2017
978-88-255-0171-1
Usi della prima persona plurale nel testo schizofrenico / Dovetto, FRANCESCA MARIA. - (2017), pp. 49-66.
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