La crisi della rappresentanza politica in Italia produce effetti su molti piani. Uno di questi riguarda l’indeterminatezza e l’instabilità delle sue forme. Si tratta di un fenomeno che investe l’intero paese, ma che nel Mezzogiorno, dove più debole è il tessuto economico e sociale, assume maggiore evidenza. Per lungo tempo il clientelismo di partito ha svolto nelle regioni meridionali un’azione di integrazione sociale e aggregazione delle domande politiche provenienti dai territori all’interno di formazioni politiche di carattere nazionale. Seppur secondo forme di mediazione impropria, ciò ha consentito la costruzione di un orizzonte di regolazione unificante. La drastica riduzione di risorse pubbliche e il crollo di credibilità della classe politica hanno prodotto negli ultimi anni l’indebolimento, e in molti casi il collasso, delle catene clientelari di partito, e l’emersione di nuovi centri di aggregazione del consenso (ad esempio, i Centri di assistenza fiscale e altri tipi di sportelli-servizi) con base nei rioni e nei quartieri delle maggiori città. Nuove figure di capi-elettori locali, relativamente indipendenti rispetto alle formazioni politiche nazionali, tendono a imporsi, in rappresentanza di circuiti di scambio e reti di fiducia e reciprocità di corto raggio. Il paper propone un’analisi dei modelli di clientelismo e dei cambiamenti che investono i sistemi di formazione del consenso elettorale alla dimensione locale, presentando materiale empirico relativo alla città di Napoli. Fornirò una lettura del passaggio dalle forme clientelari di partito alle nuove forme pulviscolari, più instabili dal punto di vista della collocazione politica, con un giro di scambi di ridotto valore e una maggiore autonomia delle sedi decentrate. Ciò riflette l'arretramento delle strutture di partito centralizzate, il tramonto delle burocrazie, la drastica riduzione della spesa pubblica dal centro. Le nuove risorse di scambio consistono principalmente in prestazioni della PA esternalizzate al privato e al privato sociale. Si formano così reti clientelari a livello di vicinato e di quartiere che includono figure di diversa natura: politici comunali e infracomunali, tecnici dell'amministrazione e delle società partecipate, professionisti e operatori del privato sociale, a volte esponenti della criminalità organizzata.

Microclientelismo. Circuiti territorializzati di aggregazione del consenso / Brancaccio, Luciano. - (2015). (Intervento presentato al convegno XXIX Convegno SISP tenutosi a Arcavacata di Rende (Cosenza) nel 10-12 settembre).

Microclientelismo. Circuiti territorializzati di aggregazione del consenso

BRANCACCIO, LUCIANO
2015

Abstract

La crisi della rappresentanza politica in Italia produce effetti su molti piani. Uno di questi riguarda l’indeterminatezza e l’instabilità delle sue forme. Si tratta di un fenomeno che investe l’intero paese, ma che nel Mezzogiorno, dove più debole è il tessuto economico e sociale, assume maggiore evidenza. Per lungo tempo il clientelismo di partito ha svolto nelle regioni meridionali un’azione di integrazione sociale e aggregazione delle domande politiche provenienti dai territori all’interno di formazioni politiche di carattere nazionale. Seppur secondo forme di mediazione impropria, ciò ha consentito la costruzione di un orizzonte di regolazione unificante. La drastica riduzione di risorse pubbliche e il crollo di credibilità della classe politica hanno prodotto negli ultimi anni l’indebolimento, e in molti casi il collasso, delle catene clientelari di partito, e l’emersione di nuovi centri di aggregazione del consenso (ad esempio, i Centri di assistenza fiscale e altri tipi di sportelli-servizi) con base nei rioni e nei quartieri delle maggiori città. Nuove figure di capi-elettori locali, relativamente indipendenti rispetto alle formazioni politiche nazionali, tendono a imporsi, in rappresentanza di circuiti di scambio e reti di fiducia e reciprocità di corto raggio. Il paper propone un’analisi dei modelli di clientelismo e dei cambiamenti che investono i sistemi di formazione del consenso elettorale alla dimensione locale, presentando materiale empirico relativo alla città di Napoli. Fornirò una lettura del passaggio dalle forme clientelari di partito alle nuove forme pulviscolari, più instabili dal punto di vista della collocazione politica, con un giro di scambi di ridotto valore e una maggiore autonomia delle sedi decentrate. Ciò riflette l'arretramento delle strutture di partito centralizzate, il tramonto delle burocrazie, la drastica riduzione della spesa pubblica dal centro. Le nuove risorse di scambio consistono principalmente in prestazioni della PA esternalizzate al privato e al privato sociale. Si formano così reti clientelari a livello di vicinato e di quartiere che includono figure di diversa natura: politici comunali e infracomunali, tecnici dell'amministrazione e delle società partecipate, professionisti e operatori del privato sociale, a volte esponenti della criminalità organizzata.
2015
Microclientelismo. Circuiti territorializzati di aggregazione del consenso / Brancaccio, Luciano. - (2015). (Intervento presentato al convegno XXIX Convegno SISP tenutosi a Arcavacata di Rende (Cosenza) nel 10-12 settembre).
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