Le caratteristiche della comunicazione parlata, grazie ai raffinati corpora oggi esistenti, sono ormai note agli studiosi. Nel caso di alcune patologie, tuttavia, ciò non è altrettanto vero e in particolare non lo è per lo studio e conoscenza della sintomatologia schizofrenica che, benché identificata in base al ricorrere di alcuni fenomeni linguistici, si basa perlopiù sul racconto dell'analista e/o sulla produzione scritta dei pazienti. Un aspetto di debolezza della bibliografia specifica è pertanto da rintracciare innanzitutto nella scarsa attenzione prestata alla variabilità diamesica, laddove nella psicosi delirante lingua orale e lingua scritta si presentano come varietà sensibilmente differenti, che richiedono analisi mirate con metodologie adeguatamente calibrate sull'oggetto di studio. In questa sede verranno mostrate le peculiarità di questa tipologia di parlato emergenti dall'analisi di un primo corpus di parlato schizofrenico italiano (CIPPS 20132) dove non è trascurata l'annotazione degli elementi "perilinguistici" e "paralinguistici" (De Mauro 2008: 152-153). Il contributo si concentrerà inoltre sull'uso della deissi e in particolare sulle modalità di occorrenza dei deittici io/tu nonché sulla semantica della deissi temporale e spaziale (cfr. Raynaud 2006). Si mostrerà come, contrariamente a quanto affermato nella letteratura di psicopatologia e filosofico-linguistica (da Binswanger 1992 a Pennisi 1998 e Lo Piparo 2001), anche i soggetti schizofrenici ricorrano sovente alla deissi personale e non solo all'uso di Nome+Cognome (cfr. Benveniste 1956, 1958; Wittgenstein 1958): ciò evidenzia come le differenze tra io e Nome non siano soltanto formali, imposte dalla struttura morfologica e sintattica delle lingue (Serianni, Gramm.it.; GGC III), ma siano anche strettamente dipendenti dall'enunciazione linguistica. Allo stesso tempo la ricorrenza di termini natura cronologica (quando) e topografica (dove) mostra, nell'incidenza degli elementi statico-spaziali, l'essenza della Lebenswelt psicotica caratterizzata da un rallentamento o arresto del tempo vissuto (Di Mauro 2012). L'occorrenza della deissi nel corpus patologico si propone pertanto come utile strategia per monitorare i luoghi della "dimensione statica psicotica" così come quelli in cui la difficoltà del soggetto schizofrenico a giocare il gioco linguistico non privato in cui ciascun 'giocatore' è riconosciuto essere un 'io' porta questo stesso soggetto a ricorrere a strategie linguistiche sostitutive.

Parlato patologico schizofrenico e deissi / Dovetto, FRANCESCA MARIA. - (2014). (Intervento presentato al convegno GSCP International Conference tenutosi a Stockholm nel 9-12.04. 2014).

Parlato patologico schizofrenico e deissi

DOVETTO, FRANCESCA MARIA
2014

Abstract

Le caratteristiche della comunicazione parlata, grazie ai raffinati corpora oggi esistenti, sono ormai note agli studiosi. Nel caso di alcune patologie, tuttavia, ciò non è altrettanto vero e in particolare non lo è per lo studio e conoscenza della sintomatologia schizofrenica che, benché identificata in base al ricorrere di alcuni fenomeni linguistici, si basa perlopiù sul racconto dell'analista e/o sulla produzione scritta dei pazienti. Un aspetto di debolezza della bibliografia specifica è pertanto da rintracciare innanzitutto nella scarsa attenzione prestata alla variabilità diamesica, laddove nella psicosi delirante lingua orale e lingua scritta si presentano come varietà sensibilmente differenti, che richiedono analisi mirate con metodologie adeguatamente calibrate sull'oggetto di studio. In questa sede verranno mostrate le peculiarità di questa tipologia di parlato emergenti dall'analisi di un primo corpus di parlato schizofrenico italiano (CIPPS 20132) dove non è trascurata l'annotazione degli elementi "perilinguistici" e "paralinguistici" (De Mauro 2008: 152-153). Il contributo si concentrerà inoltre sull'uso della deissi e in particolare sulle modalità di occorrenza dei deittici io/tu nonché sulla semantica della deissi temporale e spaziale (cfr. Raynaud 2006). Si mostrerà come, contrariamente a quanto affermato nella letteratura di psicopatologia e filosofico-linguistica (da Binswanger 1992 a Pennisi 1998 e Lo Piparo 2001), anche i soggetti schizofrenici ricorrano sovente alla deissi personale e non solo all'uso di Nome+Cognome (cfr. Benveniste 1956, 1958; Wittgenstein 1958): ciò evidenzia come le differenze tra io e Nome non siano soltanto formali, imposte dalla struttura morfologica e sintattica delle lingue (Serianni, Gramm.it.; GGC III), ma siano anche strettamente dipendenti dall'enunciazione linguistica. Allo stesso tempo la ricorrenza di termini natura cronologica (quando) e topografica (dove) mostra, nell'incidenza degli elementi statico-spaziali, l'essenza della Lebenswelt psicotica caratterizzata da un rallentamento o arresto del tempo vissuto (Di Mauro 2012). L'occorrenza della deissi nel corpus patologico si propone pertanto come utile strategia per monitorare i luoghi della "dimensione statica psicotica" così come quelli in cui la difficoltà del soggetto schizofrenico a giocare il gioco linguistico non privato in cui ciascun 'giocatore' è riconosciuto essere un 'io' porta questo stesso soggetto a ricorrere a strategie linguistiche sostitutive.
2014
Parlato patologico schizofrenico e deissi / Dovetto, FRANCESCA MARIA. - (2014). (Intervento presentato al convegno GSCP International Conference tenutosi a Stockholm nel 9-12.04. 2014).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/577691
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact