In questo lavoro viene presentata la costituzione di un corpus di parlato patologico prodotto da soggetti schizofrenici. Il corpus, costituito dalla registrazione di 17 ore di sedute di psicoterapia con tre diversi soggetti, è stato acquisito e (parzialmente) trascritto ortograficamente nell’ambito di una collaborazione stipulata tra il CIRASS dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e la Scuola Sperimentale per la Formazione alla Psicoterapia e alla Ricerca delle Scienze Umane Applicate – ASL NA 1. Lo scopo del lavoro è quello di individuare, laddove possibile, correlati linguistici sufficientemente stabili e ricorrenti rispetto alla patologia sofferta. Il progetto, ancora in fase di allestimento, nella fase attuale che qui si presenta comprende la trascrizione ortografica ultimata (secondo le norme adottate nell’ambito dei progetti API e CLIPS) di 7 ore di registrazione. I materiali finora raccolti e trascritti permettono di avanzare alcune considerazioni di carattere generale sul parlato patologico e, nello specifico, sul parlato prodotto da soggetti schizofrenici, in parte rafforzando consapevolezze già acquisite e in parte rimettendole in discussione. Va infatti innanzi tutto premesso, come comunemente ritenuto, che tale tipologia di parlato non appare macroscopicamente diverso rispetto al parlato prodotto da soggetti non patologici: gli aspetti fonetici, prosodici, nonché i fenomeni morfosintattici comunemente attribuiti al parlato si ritrovano infatti ampiamente documentati anche nel nostro corpus. Semmai la sua peculiarità è da collocare piuttosto su alcuni versanti dell’analisi semantica, dell’analisi testuale, nonché, più in generale, nell’ambito delle dinamiche comunicative in esso ricorrenti. In particolare, come i soggetti normali, anche gli schizofrenici mostrano una prosa ricca, mentre le deviazioni degli usi lessicali, seppure significative, non sono quasi mai irrecuperabili ad un’attenta analisi del testo. Parimenti, la sintassi è anch’essa ricca, così come viene comunemente affermato nella letteratura specialistica. Tuttavia, almeno sotto questo aspetto e difformemente dalla bibliografia corrente, il nostro corpus non consente di attribuire ai soggetti parlanti la qualifica di veri e propri ‘sintassieri’: i soggetti inciampano spesso nell’‘effetto valanga’ se non addirittura nel loop articolatorio. Ciò è evidente, ad esempio, nell’uso ricorrente degli stereotipi seriali che danno luogo, nei nostri testi, all’effetto valanga sopra menzionato. Nell’ambito del ricco repertorio che i soggetti dimostrano di possedere, infatti, dove il bilinguismo lingua-dialetto con frequente code-switching presenta una forte incidenza di stereotipi seriali dialettali (ad es. nap. “ ‘e capì(t)?” nel dialogo B01), l’uso di questi stessi stereotipi segna molto spesso l’apertura di una parentesi all’interno del flusso del discorso la cui chiusura è segnalata, a sua volta, dal ritorno all’italiano. Allo stesso tempo, nei testi trascritti non sorprende la forte tendenza al deragliamento sintattico-semantico attraverso l’impiego di strategie comunicative che conducono più facilmente a spostare l’attenzione dal centro alla periferia del discorso e che mostrano pertanto un andamento decentrante. A ciò è spesso associata una forte logorrea che, impedendo di giungere a conclusione, porta i soggetti a ricominciare di volta in volta su temi apparentemente secondari.

Il parlato di soggetti schizofrenici / Dovetto, FRANCESCA MARIA; Gemelli, M.. - (2006). (Intervento presentato al convegno Convegno internazionale “La comunicazione parlata” tenutosi a Università di Napoli Federico II nel 23-25 febbraio 2006).

Il parlato di soggetti schizofrenici

DOVETTO, FRANCESCA MARIA;
2006

Abstract

In questo lavoro viene presentata la costituzione di un corpus di parlato patologico prodotto da soggetti schizofrenici. Il corpus, costituito dalla registrazione di 17 ore di sedute di psicoterapia con tre diversi soggetti, è stato acquisito e (parzialmente) trascritto ortograficamente nell’ambito di una collaborazione stipulata tra il CIRASS dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e la Scuola Sperimentale per la Formazione alla Psicoterapia e alla Ricerca delle Scienze Umane Applicate – ASL NA 1. Lo scopo del lavoro è quello di individuare, laddove possibile, correlati linguistici sufficientemente stabili e ricorrenti rispetto alla patologia sofferta. Il progetto, ancora in fase di allestimento, nella fase attuale che qui si presenta comprende la trascrizione ortografica ultimata (secondo le norme adottate nell’ambito dei progetti API e CLIPS) di 7 ore di registrazione. I materiali finora raccolti e trascritti permettono di avanzare alcune considerazioni di carattere generale sul parlato patologico e, nello specifico, sul parlato prodotto da soggetti schizofrenici, in parte rafforzando consapevolezze già acquisite e in parte rimettendole in discussione. Va infatti innanzi tutto premesso, come comunemente ritenuto, che tale tipologia di parlato non appare macroscopicamente diverso rispetto al parlato prodotto da soggetti non patologici: gli aspetti fonetici, prosodici, nonché i fenomeni morfosintattici comunemente attribuiti al parlato si ritrovano infatti ampiamente documentati anche nel nostro corpus. Semmai la sua peculiarità è da collocare piuttosto su alcuni versanti dell’analisi semantica, dell’analisi testuale, nonché, più in generale, nell’ambito delle dinamiche comunicative in esso ricorrenti. In particolare, come i soggetti normali, anche gli schizofrenici mostrano una prosa ricca, mentre le deviazioni degli usi lessicali, seppure significative, non sono quasi mai irrecuperabili ad un’attenta analisi del testo. Parimenti, la sintassi è anch’essa ricca, così come viene comunemente affermato nella letteratura specialistica. Tuttavia, almeno sotto questo aspetto e difformemente dalla bibliografia corrente, il nostro corpus non consente di attribuire ai soggetti parlanti la qualifica di veri e propri ‘sintassieri’: i soggetti inciampano spesso nell’‘effetto valanga’ se non addirittura nel loop articolatorio. Ciò è evidente, ad esempio, nell’uso ricorrente degli stereotipi seriali che danno luogo, nei nostri testi, all’effetto valanga sopra menzionato. Nell’ambito del ricco repertorio che i soggetti dimostrano di possedere, infatti, dove il bilinguismo lingua-dialetto con frequente code-switching presenta una forte incidenza di stereotipi seriali dialettali (ad es. nap. “ ‘e capì(t)?” nel dialogo B01), l’uso di questi stessi stereotipi segna molto spesso l’apertura di una parentesi all’interno del flusso del discorso la cui chiusura è segnalata, a sua volta, dal ritorno all’italiano. Allo stesso tempo, nei testi trascritti non sorprende la forte tendenza al deragliamento sintattico-semantico attraverso l’impiego di strategie comunicative che conducono più facilmente a spostare l’attenzione dal centro alla periferia del discorso e che mostrano pertanto un andamento decentrante. A ciò è spesso associata una forte logorrea che, impedendo di giungere a conclusione, porta i soggetti a ricominciare di volta in volta su temi apparentemente secondari.
2006
Il parlato di soggetti schizofrenici / Dovetto, FRANCESCA MARIA; Gemelli, M.. - (2006). (Intervento presentato al convegno Convegno internazionale “La comunicazione parlata” tenutosi a Università di Napoli Federico II nel 23-25 febbraio 2006).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/487519
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