La scuola costituisce un’esperienza sociale fortemente significativa durante lo sviluppo perché in grado di condizionare non solo la rappresentazione che lo studente costruisce di se stesso, ma più in generale il suo progetto di vita: come uno specchio, essa aiuta l’adolescente a vedersi, conoscersi, scoprire i propri limiti e le proprie risorse, definirsi. Una scuola incapace di riconoscere alcuni allievi è una scuola discriminante che fallisce nel suo compito inclusivo ed evolutivo (Bruner, 1996). I risultati scolastici, positivi e negativi, vengono valutati dai soggetti anche e soprattutto a partire dal feedback proveniente da coetanei, insegnanti e genitori (Jackson, 1989): intorno alle difficoltà scolastiche vengono costruite teorie e spiegazioni causali volte a difendere la propria reputazione (Tyszkowa, 1990) e l’immagine di sé. Cosa accade quando nel contesto scolastico si sperimentano precocemente e ripetutamente fallimenti ed insuccessi? Quali strategie è possibile promuovere, all’interno della scuola, per creare e offrire nuove possibilità di integrazione? Obiettivo di questo studio è selezionare una parte del Progetto E-vai, riguardante l’intervento in una delle scuole medie inferiori coinvolte nel progetto, situata a Barra (Na), per realizzare una prima esplorazione dei dati di ricerca disponibili.

“Ma perché a scuola non ci vogliono?”: le difficoltà di integrazione degli allievi “difficili” nella comunità scolastica / Menna, Palma; Parrello, Santa; Arlotta, G.. - (2011). (Intervento presentato al convegno Seminario Internazionale di Studi Convivenza responsabile: comunità - interdipendenza – coesione sociale tenutosi a Università degli Studi di Napoli Federico II nel 8 aprile 2011).

“Ma perché a scuola non ci vogliono?”: le difficoltà di integrazione degli allievi “difficili” nella comunità scolastica

MENNA, PALMA;PARRELLO, SANTA;
2011

Abstract

La scuola costituisce un’esperienza sociale fortemente significativa durante lo sviluppo perché in grado di condizionare non solo la rappresentazione che lo studente costruisce di se stesso, ma più in generale il suo progetto di vita: come uno specchio, essa aiuta l’adolescente a vedersi, conoscersi, scoprire i propri limiti e le proprie risorse, definirsi. Una scuola incapace di riconoscere alcuni allievi è una scuola discriminante che fallisce nel suo compito inclusivo ed evolutivo (Bruner, 1996). I risultati scolastici, positivi e negativi, vengono valutati dai soggetti anche e soprattutto a partire dal feedback proveniente da coetanei, insegnanti e genitori (Jackson, 1989): intorno alle difficoltà scolastiche vengono costruite teorie e spiegazioni causali volte a difendere la propria reputazione (Tyszkowa, 1990) e l’immagine di sé. Cosa accade quando nel contesto scolastico si sperimentano precocemente e ripetutamente fallimenti ed insuccessi? Quali strategie è possibile promuovere, all’interno della scuola, per creare e offrire nuove possibilità di integrazione? Obiettivo di questo studio è selezionare una parte del Progetto E-vai, riguardante l’intervento in una delle scuole medie inferiori coinvolte nel progetto, situata a Barra (Na), per realizzare una prima esplorazione dei dati di ricerca disponibili.
2011
“Ma perché a scuola non ci vogliono?”: le difficoltà di integrazione degli allievi “difficili” nella comunità scolastica / Menna, Palma; Parrello, Santa; Arlotta, G.. - (2011). (Intervento presentato al convegno Seminario Internazionale di Studi Convivenza responsabile: comunità - interdipendenza – coesione sociale tenutosi a Università degli Studi di Napoli Federico II nel 8 aprile 2011).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/393745
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