Il reg. 2078/92 ha dato, con tutti i suoi limiti, un formidabile impulso al settore biologico campano che nel 1996, alla vigilia dell'inter- vento comunitario in questa regione, aveva un ruolo di assoluta marginalità con i suoi 1.500 ettari. Raggiunta una sufficiente massa critica è giunto il momento, a parere del relatore, di interventi che permettano a questo settore di potersi sostenere autonomamente nei prossimi anni, dando un valido contributo alla riduzione dell'impatto ambientale che nelle aree di pianura presenta tassi di utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci di sintesi tra i più elevati d'Europa. La direzione di marcia del biologico regionale non sembra, allo stato attuale, poter soddisfare queste richieste, per cui sembrerebbero necessari opportuni aggiustamenti nella politica di sostegno al biologico che vadano nella direzione di una maggiore efficienza delle filiere, di una diffusione più consistente delle tecniche bio nelle aree di pianura, dove si trovano colture potenzialmente più interessani per il mercato e a maggiore impatto ambientale nel contesto convenzionale. Infine, è auspicabile una forte politica della domanda che incentivi il consumo di questi prodotti a partire da una campagna di corretta informazione sul prodotto bio e sui suoi competitors quali quelli da agricoltura integrata o i più temibili prodotti a residuo zero di recente introduzione. Il PSR 2007-2013 potrebbe fornire un'eccellente opportunità per impostare una politica decisamente più incisiva in favore di questo metodo di produzione.
L'agricoltura biologica campana in mezzo al guado / Cicia, Giovanni. - (2008). (Intervento presentato al convegno La sostenibilità ambientale, da necessità del settore a strategia competitiva del mondo rurale tenutosi a Facoltà di Agraria di Portici (Federico II) nel 17 Aprile 2008).
L'agricoltura biologica campana in mezzo al guado
CICIA, GIOVANNI
2008
Abstract
Il reg. 2078/92 ha dato, con tutti i suoi limiti, un formidabile impulso al settore biologico campano che nel 1996, alla vigilia dell'inter- vento comunitario in questa regione, aveva un ruolo di assoluta marginalità con i suoi 1.500 ettari. Raggiunta una sufficiente massa critica è giunto il momento, a parere del relatore, di interventi che permettano a questo settore di potersi sostenere autonomamente nei prossimi anni, dando un valido contributo alla riduzione dell'impatto ambientale che nelle aree di pianura presenta tassi di utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci di sintesi tra i più elevati d'Europa. La direzione di marcia del biologico regionale non sembra, allo stato attuale, poter soddisfare queste richieste, per cui sembrerebbero necessari opportuni aggiustamenti nella politica di sostegno al biologico che vadano nella direzione di una maggiore efficienza delle filiere, di una diffusione più consistente delle tecniche bio nelle aree di pianura, dove si trovano colture potenzialmente più interessani per il mercato e a maggiore impatto ambientale nel contesto convenzionale. Infine, è auspicabile una forte politica della domanda che incentivi il consumo di questi prodotti a partire da una campagna di corretta informazione sul prodotto bio e sui suoi competitors quali quelli da agricoltura integrata o i più temibili prodotti a residuo zero di recente introduzione. Il PSR 2007-2013 potrebbe fornire un'eccellente opportunità per impostare una politica decisamente più incisiva in favore di questo metodo di produzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.