Tra i molteplici approcci allo studio del linguaggio che caratterizzano la riflessione settecentesca tipicamente italiana non manca quello medico-clinico e rieducativo-pedagogico. Anzi, i progressi nello studio dell’anatomia e delle patologie fanno sì che proprio nell’ambito degli studi medici del Settecento si ritrovino interessanti spunti di riflessione linguistica, la cui impostazione è per ovvi motivi fondamentalmente diversa dalla riflessione genealogica e storico-comparativa, volta essenzialmente alla ricostruzione delle forme linguistiche primeve, che qualificherà la ricerca linguistica del secolo successivo. D’altra parte, anche se la riflessione sulle lingue e sul linguaggio che si ritrova negli studi medici settecenteschi viene elaborata in modo discontinuo e soprattutto risulta volta a finalità diverse da quelle prettamente linguistiche, ciò nonostante essa resta un importante punto di incontro (e scontro) tra teoria e prassi che schiude nuove prospettive allo studio del linguaggio, non sempre e non tutte perseguite dalla ricerca successiva, ma certamente innovative secondo una prospettiva sintonica con le problematiche oggi più attuali. Gli importanti progressi raggiunti nel corso del Settecento, sia dal punto di vista medico-clinico, sia dal punto di vista rieducativo-pedagogico, si collocano prevalentemente nell’ambito degli studi di anatomia, nonché in quelli più specifici delle patologie linguistiche e della rieducazione dei soggetti colpiti da queste stesse patologie. Tuttavia, rispetto a quanti nel Settecento si interessarono all’udito quale strumento fondamentale di progresso e di crescita psichica per l’uomo, i lavori degli anatomopatologi si caratterizzano per il diverso approccio allo studio della voce. Quest’ultima infatti, piuttosto che tramutarsi in metro di quantificazione o anche semplicemente di qualificazione della ‘umanità’ dei soggetti, normali o patologici (come invece espressamente appare dall’opera dei rieducatori), viene studiata nelle sue specifiche modalità di produzione e ricezione, soprattutto allo scopo di migliorare la conoscenza delle patologie stesse, e ciò al di là della verifica della possibilità che il meccanismo semiotico venisse attivato per altra via.

Il ruolo della tradizione medica e gli studi linguistici / Dovetto, FRANCESCA MARIA. - STAMPA. - (2002), pp. 131-154.

Il ruolo della tradizione medica e gli studi linguistici

DOVETTO, FRANCESCA MARIA
2002

Abstract

Tra i molteplici approcci allo studio del linguaggio che caratterizzano la riflessione settecentesca tipicamente italiana non manca quello medico-clinico e rieducativo-pedagogico. Anzi, i progressi nello studio dell’anatomia e delle patologie fanno sì che proprio nell’ambito degli studi medici del Settecento si ritrovino interessanti spunti di riflessione linguistica, la cui impostazione è per ovvi motivi fondamentalmente diversa dalla riflessione genealogica e storico-comparativa, volta essenzialmente alla ricostruzione delle forme linguistiche primeve, che qualificherà la ricerca linguistica del secolo successivo. D’altra parte, anche se la riflessione sulle lingue e sul linguaggio che si ritrova negli studi medici settecenteschi viene elaborata in modo discontinuo e soprattutto risulta volta a finalità diverse da quelle prettamente linguistiche, ciò nonostante essa resta un importante punto di incontro (e scontro) tra teoria e prassi che schiude nuove prospettive allo studio del linguaggio, non sempre e non tutte perseguite dalla ricerca successiva, ma certamente innovative secondo una prospettiva sintonica con le problematiche oggi più attuali. Gli importanti progressi raggiunti nel corso del Settecento, sia dal punto di vista medico-clinico, sia dal punto di vista rieducativo-pedagogico, si collocano prevalentemente nell’ambito degli studi di anatomia, nonché in quelli più specifici delle patologie linguistiche e della rieducazione dei soggetti colpiti da queste stesse patologie. Tuttavia, rispetto a quanti nel Settecento si interessarono all’udito quale strumento fondamentale di progresso e di crescita psichica per l’uomo, i lavori degli anatomopatologi si caratterizzano per il diverso approccio allo studio della voce. Quest’ultima infatti, piuttosto che tramutarsi in metro di quantificazione o anche semplicemente di qualificazione della ‘umanità’ dei soggetti, normali o patologici (come invece espressamente appare dall’opera dei rieducatori), viene studiata nelle sue specifiche modalità di produzione e ricezione, soprattutto allo scopo di migliorare la conoscenza delle patologie stesse, e ciò al di là della verifica della possibilità che il meccanismo semiotico venisse attivato per altra via.
2002
9788835952015
Il ruolo della tradizione medica e gli studi linguistici / Dovetto, FRANCESCA MARIA. - STAMPA. - (2002), pp. 131-154.
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