Il saggio ripercorre i due più importanti episodi artistici verificatisi nella Napoli dell’Ottocento, entrambi di difficile definizione quanto a contorni temporali, composizione e numero dei partecipanti, fra protagonisti, comprimari, transitanti, allineati per sentimento e per maniera: la Scuola di Posillipo e la Scuola di Resina. La prima più cosmopolita, l’altra più circoscritta entro confini territoriali, tuttavia tanto determinante rispetto al processo evolutivo della pittura moderna italiana ed europea. Due episodi generati dalla stessa origine: la strenua ricerca del vero attraverso l’acuta analisi della luce. La Scuola di Posillipo, sorta nel 1824 quando l’olandese Antoon Sminck van Pitloo vinse la cattedra di pittura di paesaggio al Real Istituto di Belle Arti di Napoli, la prima istituita in un’Accademia d’Italia, innescò la riforma della pittura che, passando attraverso Giacinto Gigante, sarebbe arrivata a Giuseppe e Filippo Palizzi fino alla Scuola di Resina. Quest’ultima, raccogliendone il testimone, attraverso i suoi principali rappresentanti Marco De Gregorio, Federico Rossano, Giuseppe De Nittis e Adriano Cecioni, avrebbe condotto le ricerche pittoriche a tradurre la natura in macchie sintetiche di colore, puntando l’attenzione ai paesaggi desolati e poco pittoreschi. Il saggio presenta diverse novità rispetto alla consolidata bibliografia antica e recente, grazie al recupero di testi critici coevi poco noti, di nuovi documenti e nuove opere. Per la prima volta, viene messa in relazione alla pittura l’uso della fotografia.

La rivoluzione del plein air da Posillipo a Resina / Valente, Isabella. - 1:(2024), pp. 78-87.

La rivoluzione del plein air da Posillipo a Resina

Isabella Valente
2024

Abstract

Il saggio ripercorre i due più importanti episodi artistici verificatisi nella Napoli dell’Ottocento, entrambi di difficile definizione quanto a contorni temporali, composizione e numero dei partecipanti, fra protagonisti, comprimari, transitanti, allineati per sentimento e per maniera: la Scuola di Posillipo e la Scuola di Resina. La prima più cosmopolita, l’altra più circoscritta entro confini territoriali, tuttavia tanto determinante rispetto al processo evolutivo della pittura moderna italiana ed europea. Due episodi generati dalla stessa origine: la strenua ricerca del vero attraverso l’acuta analisi della luce. La Scuola di Posillipo, sorta nel 1824 quando l’olandese Antoon Sminck van Pitloo vinse la cattedra di pittura di paesaggio al Real Istituto di Belle Arti di Napoli, la prima istituita in un’Accademia d’Italia, innescò la riforma della pittura che, passando attraverso Giacinto Gigante, sarebbe arrivata a Giuseppe e Filippo Palizzi fino alla Scuola di Resina. Quest’ultima, raccogliendone il testimone, attraverso i suoi principali rappresentanti Marco De Gregorio, Federico Rossano, Giuseppe De Nittis e Adriano Cecioni, avrebbe condotto le ricerche pittoriche a tradurre la natura in macchie sintetiche di colore, puntando l’attenzione ai paesaggi desolati e poco pittoreschi. Il saggio presenta diverse novità rispetto alla consolidata bibliografia antica e recente, grazie al recupero di testi critici coevi poco noti, di nuovi documenti e nuove opere. Per la prima volta, viene messa in relazione alla pittura l’uso della fotografia.
2024
9788892825550
La rivoluzione del plein air da Posillipo a Resina / Valente, Isabella. - 1:(2024), pp. 78-87.
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