L’impegno per un’economia circolare in Europa e nel settore delle costruzioni è un fattore qualificante della politica comunitaria. A fronte, però, di aspettative rilevanti emerge che l’edilizia rappresenta ancora un ambito tecnologicamente arretrato (Eurostat, 2020), organizzato prevalentemente in PMI, con grandi difficoltà ad intraprendere la transizione verso standard di prestazione più avanzati e verso l’attuazione di processi sostenibili (EU, 2021). L'edilizia è un settore a forte impatto ambientale, responsabile di circa il 50 % di tutte le estrazioni di materiali, di oltre il 35 % della produzione totale di rifiuti dell’UE, mentre si stima che le emissioni di gas a effetto serra prodotte dal prelievo di risorse naturali, dalla fabbricazione di prodotti edili e dalla costruzione e ristrutturazione degli edifici corrispondano ad una percentuale che va dal 5 al 12 % delle emissioni totali. Il contributo affronta attraverso l’analisi della letteratura scientifica e tecnica i tre principali ambiti di criticità: la capacità di gestione delle risorse naturali e dei rifiuti, la progettazione di edifici più facilmente smontabili e reversibili, l’investimento nel redesign dei processi e delle filiere. Gli esiti della riflessione critica individuano nel re-design dei processi produttivi uno dei fattori chiave per l'upgrade in chiave circolare dl settore. Soprattutto si evidenzia la necessità di intervenire in modo massiccio nella formazione degli attori del settore edilizio, abilitando ad un uso più efficace delle tecnologie digitali, educando ad una cultura più matura del lavoro in filiera. Un’educazione tecnica ma anche etica, abilitando tanto i decisori quanto gli operatori del settore a pratiche di collaborazione e alla responsabilità condivisa.
Gli indirizzi dell'Unione Europea per una cultura della circolarità in edilizia / Rigillo, Marina. - (2023), pp. 88-100.
Gli indirizzi dell'Unione Europea per una cultura della circolarità in edilizia
Rigillo Marina
2023
Abstract
L’impegno per un’economia circolare in Europa e nel settore delle costruzioni è un fattore qualificante della politica comunitaria. A fronte, però, di aspettative rilevanti emerge che l’edilizia rappresenta ancora un ambito tecnologicamente arretrato (Eurostat, 2020), organizzato prevalentemente in PMI, con grandi difficoltà ad intraprendere la transizione verso standard di prestazione più avanzati e verso l’attuazione di processi sostenibili (EU, 2021). L'edilizia è un settore a forte impatto ambientale, responsabile di circa il 50 % di tutte le estrazioni di materiali, di oltre il 35 % della produzione totale di rifiuti dell’UE, mentre si stima che le emissioni di gas a effetto serra prodotte dal prelievo di risorse naturali, dalla fabbricazione di prodotti edili e dalla costruzione e ristrutturazione degli edifici corrispondano ad una percentuale che va dal 5 al 12 % delle emissioni totali. Il contributo affronta attraverso l’analisi della letteratura scientifica e tecnica i tre principali ambiti di criticità: la capacità di gestione delle risorse naturali e dei rifiuti, la progettazione di edifici più facilmente smontabili e reversibili, l’investimento nel redesign dei processi e delle filiere. Gli esiti della riflessione critica individuano nel re-design dei processi produttivi uno dei fattori chiave per l'upgrade in chiave circolare dl settore. Soprattutto si evidenzia la necessità di intervenire in modo massiccio nella formazione degli attori del settore edilizio, abilitando ad un uso più efficace delle tecnologie digitali, educando ad una cultura più matura del lavoro in filiera. Un’educazione tecnica ma anche etica, abilitando tanto i decisori quanto gli operatori del settore a pratiche di collaborazione e alla responsabilità condivisa.File | Dimensione | Formato | |
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