Per un’ermeneutica sui confini dei Campi Flegrei

Idee invalse e convinzioni inveterate, associano spesso i Campi Flegrei a un luogo ‘illimitato’ dai confini indefinibili o, di volta in volta, variabilmente tracciati per assecondare strategici assunti e programmi. Eppure, per paesaggi semantici come quello di cui trattiamo in queste brevi note, la questione dei confini sembra al contrario essenziale, ai fini di un’esegesi sui suoi plurimi significati, come anche per il vaglio degli orientamenti e delle proposte contemporanee. L’argomento va oltre ogni aspetto puramente geo-grafico, investendo molte altre considerazioni. Per quanto, almeno una più aggiornata storiografia propenda nell’osservare il paesaggio vulcanico dei campi ardenti attraverso una lente cognitiva e percettiva polisemica, differenti appaiono le valutazioni stabilite da una prassi operativa, talvolta resa miope da un asfittico pragmatismo, pervicacemente incline a parcellizzare argomenti e a separare contenuti, innescando una preoccupante riduzione culturale.