“Lo scienziato del Rinascimento”, osserva Morris Kline in «La matematica nella cultura occidentale», “era un teologo il cui oggetto di studio era non Dio bensì la natura.” A sostegno di questa affermazione, Kline sottolinea che, come il teologo, lo scienziato del Rinascimento si rivolge allo studio della natura in qualità di matematico: va alla ricerca di “principi razionali” senza aspettarsi aiuto dall’esperienza, in un modo molto simile a quello in cui Euclide aveva individuato i suoi assiomi. Ciò nondimeno, la relazione tra matematica, teologia e scienza della natura presenta alcuni aspetti problematici che meritano un approfondimento. Per la teologia medievale, la possibilità di comprendere il disegno di Dio dipendeva non tanto dalla capacità di riconoscere figure geometriche nei meccanismi dell’universo, quanto piuttosto dalla capacità di interpretare la Parola di Dio riportata nei testi sacri. Non la ratio geometrica dei fenomeni naturali, ma il metodo logico-deduttivo delle argomentazioni orienta il pensiero del teologo e del filosofo scolastico. Di qui la possibilità di rileggere il ruolo giocato dalle “arti matematiche” nella nascita della scienza della natura come uno spostamento dell’attenzione: da una logica dei “testi” a una logica delle “forme”, una logica del vedere.

Verso una logica del vedere. Matematica, arte e "verità geometrica" / Lupacchini, Rossella. - (2024), pp. 225-249.

Verso una logica del vedere. Matematica, arte e "verità geometrica"

Rossella Lupacchini
2024

Abstract

“Lo scienziato del Rinascimento”, osserva Morris Kline in «La matematica nella cultura occidentale», “era un teologo il cui oggetto di studio era non Dio bensì la natura.” A sostegno di questa affermazione, Kline sottolinea che, come il teologo, lo scienziato del Rinascimento si rivolge allo studio della natura in qualità di matematico: va alla ricerca di “principi razionali” senza aspettarsi aiuto dall’esperienza, in un modo molto simile a quello in cui Euclide aveva individuato i suoi assiomi. Ciò nondimeno, la relazione tra matematica, teologia e scienza della natura presenta alcuni aspetti problematici che meritano un approfondimento. Per la teologia medievale, la possibilità di comprendere il disegno di Dio dipendeva non tanto dalla capacità di riconoscere figure geometriche nei meccanismi dell’universo, quanto piuttosto dalla capacità di interpretare la Parola di Dio riportata nei testi sacri. Non la ratio geometrica dei fenomeni naturali, ma il metodo logico-deduttivo delle argomentazioni orienta il pensiero del teologo e del filosofo scolastico. Di qui la possibilità di rileggere il ruolo giocato dalle “arti matematiche” nella nascita della scienza della natura come uno spostamento dell’attenzione: da una logica dei “testi” a una logica delle “forme”, una logica del vedere.
2024
978 88 3364 636 7
Verso una logica del vedere. Matematica, arte e "verità geometrica" / Lupacchini, Rossella. - (2024), pp. 225-249.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Pendragon2024.pdf

solo utenti autorizzati

Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: Copyright dell'editore
Dimensione 967.42 kB
Formato Adobe PDF
967.42 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/955512
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact