Attraverso l’analisi dei racconti della tentazione di Adamo ed Eva (Genesi 3, 1-24) e del “furto delle pere” da parte del giovane Agostino (Confessioni, libro II), questo contributo si propone di discutere in modo radicale se la letteratura possa produrre un’esperienza autentica di «piacere del male», un’esperienza cioè per la quale il lettore, in virtù del suo abbandono alla narrazione, sia soggettivamente attratto dal male pur ribadendo, al tempo stesso, la condanna di quello stesso male. La compresenza di attrazione e condanna è infatti condizione necessaria perché il lettore possa sentirsi, nel tempo della lettura, «perversamente» attratto dal male piuttosto che «ribelle», sovvertitore di valori consolidati, potente e libertario nichilista “positivo”. I due racconti analizzati, benché risalenti l’uno alla tradizione religiosa ebraica antica, l’altro a quella cristiana, propongono un paradigma di analisi applicabile anche a opere contestuali al processo di secolarizzazione o successive al suo compimento.
Letteratura cristiana e antinomie morali: dal libro della Genesi alle Confessioni di Agostino / DEL CASTELLO, Antonio. - 1:(2017), pp. 71-90.
Letteratura cristiana e antinomie morali: dal libro della Genesi alle Confessioni di Agostino
Antonio Del Castello
2017
Abstract
Attraverso l’analisi dei racconti della tentazione di Adamo ed Eva (Genesi 3, 1-24) e del “furto delle pere” da parte del giovane Agostino (Confessioni, libro II), questo contributo si propone di discutere in modo radicale se la letteratura possa produrre un’esperienza autentica di «piacere del male», un’esperienza cioè per la quale il lettore, in virtù del suo abbandono alla narrazione, sia soggettivamente attratto dal male pur ribadendo, al tempo stesso, la condanna di quello stesso male. La compresenza di attrazione e condanna è infatti condizione necessaria perché il lettore possa sentirsi, nel tempo della lettura, «perversamente» attratto dal male piuttosto che «ribelle», sovvertitore di valori consolidati, potente e libertario nichilista “positivo”. I due racconti analizzati, benché risalenti l’uno alla tradizione religiosa ebraica antica, l’altro a quella cristiana, propongono un paradigma di analisi applicabile anche a opere contestuali al processo di secolarizzazione o successive al suo compimento.File | Dimensione | Formato | |
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