Per “figurale” Stanzel intende quella particolare situazione narrativa in terza persona in cui né un narratore onnisciente, né un teller-character prende la parola, ma il lettore ha l’impressione che il racconto sia filtrato dalla sensibilità di uno o più personaggi. Nella narratologia stanzeliana tale modalità diegetica è accordata precipuamente ad alcune opere inglesi e tedesche dell’High Modernism, tuttavia il ricorso a un personaggio riflettore non è prerogativa esclusiva della temperie modernista, anzi, non si spiegherebbe senza le premesse filosofiche e i principi di poetica sottesi alle opere dei grandi scrittori della seconda metà dell’Ottocento. Proprio nelle aree del Naturalismo francese e italiano, infatti, sono stati condotti i primi esperimenti di figuralizzazione, avvertita da Flaubert in poi come una delle declinazioni possibili dell’eclissi dello scrittore. Prima che fosse realizzata integralmente da De Roberto nell’Illusione, una rappresentazione della soggettività e rappresentazione in soggettiva del mondo si presentava in combinazione con meccanismi narrativi tradizionali – o comunque già collaudati. È il caso di Cos’è il Re, in cui Verga realizza un compromesso tra campitura ‘corale’ e focalizzazione individuale, tra brusio del popolo e voce del protagonista. Attingendo in particolare da Genette e Cohn, il contributo proposto analizzerà nel dettaglio le tecniche con cui viene resa la psicologia del personaggio, tra i pochi delle Rusticane ad aver ricevuto una rappresentazione dall’interno.

La situazione narrativa figurale in Italia: il caso di una novella verghiana / Pagliuca, CONCETTA MARIA. - (2019). (Intervento presentato al convegno Congresso Nazionale dell’AdI 2019 "Letteratura e scienze", panel: Fictional minds. Modi di rappresentazione della coscienza in letteratura tenutosi a Pisa nel 12-14/09/2019).

La situazione narrativa figurale in Italia: il caso di una novella verghiana

Concetta Maria Pagliuca
2019

Abstract

Per “figurale” Stanzel intende quella particolare situazione narrativa in terza persona in cui né un narratore onnisciente, né un teller-character prende la parola, ma il lettore ha l’impressione che il racconto sia filtrato dalla sensibilità di uno o più personaggi. Nella narratologia stanzeliana tale modalità diegetica è accordata precipuamente ad alcune opere inglesi e tedesche dell’High Modernism, tuttavia il ricorso a un personaggio riflettore non è prerogativa esclusiva della temperie modernista, anzi, non si spiegherebbe senza le premesse filosofiche e i principi di poetica sottesi alle opere dei grandi scrittori della seconda metà dell’Ottocento. Proprio nelle aree del Naturalismo francese e italiano, infatti, sono stati condotti i primi esperimenti di figuralizzazione, avvertita da Flaubert in poi come una delle declinazioni possibili dell’eclissi dello scrittore. Prima che fosse realizzata integralmente da De Roberto nell’Illusione, una rappresentazione della soggettività e rappresentazione in soggettiva del mondo si presentava in combinazione con meccanismi narrativi tradizionali – o comunque già collaudati. È il caso di Cos’è il Re, in cui Verga realizza un compromesso tra campitura ‘corale’ e focalizzazione individuale, tra brusio del popolo e voce del protagonista. Attingendo in particolare da Genette e Cohn, il contributo proposto analizzerà nel dettaglio le tecniche con cui viene resa la psicologia del personaggio, tra i pochi delle Rusticane ad aver ricevuto una rappresentazione dall’interno.
2019
La situazione narrativa figurale in Italia: il caso di una novella verghiana / Pagliuca, CONCETTA MARIA. - (2019). (Intervento presentato al convegno Congresso Nazionale dell’AdI 2019 "Letteratura e scienze", panel: Fictional minds. Modi di rappresentazione della coscienza in letteratura tenutosi a Pisa nel 12-14/09/2019).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/951658
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