Intelligenza artificiale in medicina e consenso informato del paziente

L’intervento ha inteso offrire spunti di riflessione in merito ad un profilo specifico della responsabilità sanitaria: quello che riguarda il contenuto dell’obbligo informativo che grava sul medico, il cui inadempimento integra gli estremi di un fatto illecito, fonte autonoma di responsabilità civile (a prescindere, cioè, dall’esito del trattamento terapeutico), e ciò a fronte dell’innovazione tecnologica portata dall’utilizzo dell’Intelligenza artificiale in medicina. Questo profilo è oggi evidentemente sottoposto a nuove sollecitazioni a causa dell’impiego sempre più pervasivo di sistemi e dispositivi intelligenti in àmbito sanitario. Occorre interrogarsi su come vadano aggiornati i contenuti dell’obbligo informativo e, dunque, innanzitutto su quali siano le informazioni da comunicare al paziente in presenza dell’utilizzo delle moderne tecnologie; ed è necessario capire non solo il quantum, ma anche il quomodo dell’adempimento di siffatto obbligo, al fine di preservare quella relazione fiduciaria tra il medico e il paziente, che deve restare il baluardo alla disumanizzazione implicata nell’adozione a fini terapeutici di sistemi guidati dagli algoritmi. In un dibattito ancóra in fieri, utili spunti ricostruttivi al riguardo possono essere rinvenuti nella giurisprudenza di legittimità in materia di consenso informato, che da tempo fa ricorso ad un criterio di tipo soggettivo nella selezione dei contenuti dell’informazione, nella posizione espressa di recente da alcuni organi (CNB e Garante Privacy), nonché soprattutto essere ricavati dalle coordinate ermeneutiche fornite dalla legge n. 219/2017.