L’eredità di Machiavelli nel Cinquecento incontra nelle figure di alcuni esuli italiani presso le corti di Francia e d’Inghilterra, uno dei maggiori canali di diffusione delle sue opere e del suo pensiero: tra questi, Iacopo Corbinelli, Alberico Gentili e, in particolare, Giordano Bruno. La peregrinatio europea del Nolano segue, infatti, le stesse tappe della diffusione del pensiero del segretario fiorentino, trovando spesso gli stessi punti d’approdo. La diffusione di Machiavelli alle corti di Ernico III e di Elisabetta I svolge, attraverso queste figure, un ruolo centrale nella definizione di una politica tesa ad affermare il potere temporale e l’indipendenza degli stati dalle chiese cattoliche e riformate durante le guerre di religione, nonché la necessità di costruire una religio civile che sia in grado di legare la comunità senza uniformarla ad un unico ed assoluto credo religioso. Il recupero e la diffusione del pensiero machiavelliano rappresenta, così, uno degli strumenti privilegiati nel processo di fondazione delle forme della statualità moderna e nel governo del conflitto interno alla comunità politico-religiosa. Scopo di questa ricerca vuol essere, allora, quello di ricostruire ed esaminare la diffusione e la trasformazione di questo patrimonio filosofico-politico.
Stato e religio. L'eredità di Machiavelli nell'Europa del secondo Cinquecento / Gisondi, G. - 1:(2020), pp. 195-221.
Stato e religio. L'eredità di Machiavelli nell'Europa del secondo Cinquecento
GISONDI G
2020
Abstract
L’eredità di Machiavelli nel Cinquecento incontra nelle figure di alcuni esuli italiani presso le corti di Francia e d’Inghilterra, uno dei maggiori canali di diffusione delle sue opere e del suo pensiero: tra questi, Iacopo Corbinelli, Alberico Gentili e, in particolare, Giordano Bruno. La peregrinatio europea del Nolano segue, infatti, le stesse tappe della diffusione del pensiero del segretario fiorentino, trovando spesso gli stessi punti d’approdo. La diffusione di Machiavelli alle corti di Ernico III e di Elisabetta I svolge, attraverso queste figure, un ruolo centrale nella definizione di una politica tesa ad affermare il potere temporale e l’indipendenza degli stati dalle chiese cattoliche e riformate durante le guerre di religione, nonché la necessità di costruire una religio civile che sia in grado di legare la comunità senza uniformarla ad un unico ed assoluto credo religioso. Il recupero e la diffusione del pensiero machiavelliano rappresenta, così, uno degli strumenti privilegiati nel processo di fondazione delle forme della statualità moderna e nel governo del conflitto interno alla comunità politico-religiosa. Scopo di questa ricerca vuol essere, allora, quello di ricostruire ed esaminare la diffusione e la trasformazione di questo patrimonio filosofico-politico.File | Dimensione | Formato | |
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