Come è stato evidenziato in dottrina, le disposizioni della “costituzione economica” rientrano tra quelle che si sono rivelate dotate di maggiore elasticità, al punto che esse, più che aver orientato i processi politici, li hanno di fatto subiti (De Marco). Invero, ciò non è imputabile esclusivamente al crescente ruolo che le istituzioni europee hanno assunto nella costruzione degli ordinamenti giuridici degli Stati membri, ma anche, sul piano del diritto interno, alla riforma del Titolo V, la quale ha inteso ridimensionare il ruolo dello Stato nell’economia e nella garanzia dei diritti a vantaggio delle autonomie territoriali. Tale riforma però è rimasta sostanzialmente disattesa dal legislatore statale, con il pieno avvallo, peraltro, della stessa giurisprudenza costituzionale (Mangiameli). Anche per queste ragioni, parte della dottrina ha accolto con favore le iniziative di alcune regioni per l’attivazione del regionalismo differenziato, nella misura in cui queste iniziative potrebbero inaugurare una «nuova stagione» (Cortese) per l’autonomia regionale. Sulla base di queste premesse, l’intervento ha avuto a oggetto gli sviluppi dalla costituzione economica alla luce della possibile attuazione del regionalismo differenziato. Infatti, secondo parte della dottrina, la concessione di ulteriore autonomia alle regioni, soprattutto quelle del nord, non dovrebbe soltanto valorizzare le migliori esperienze amministrative (Giovanardi-Stevanato), ma dovrebbe consentire anche alle autonomie “più forti” di fare da “traino” all’economia di tutto il Paese (Mangiameli), attuando quindi delle politiche che, quanto agli effetti, hanno rilevanza sostanzialmente macroeconomica. Dato che «la costituzione economica non può essere intesa […] come un qualcosa di autonomo e diverso rispetto alla costituzione politica e giuridica» (Verdolini), ci si è concentrati in particolare sulle conseguenze che questa impostazione del regionalismo differenziato potrebbe avere sul principio di rappresentanza politica nazionale ex art. 67 Cost., nella misura in cui si imporrebbero le scelte economiche di alcune Regioni a tutti i cittadini italiani (De Minico – Grossi). In secondo luogo, ci si domanderà quali possibili scenari questa impostazione potrebbe inaugurare sul diritto europeo della concorrenza e del divieto di aiuti di Stato. Infatti, la Corte di giustizia – al pari, peraltro, della nostra Corte costituzionale – ha ammesso finora soltanto gli interventi degli enti territoriali minori nell’economia che hanno una rilevanza sostanzialmente locale, sulla base cioè di presupposti diversi di quelli che il regionalismo differenziato vorrebbe inaugurare. In conclusione, si sono esposte delle brevi considerazioni sulla perdurante capacità della Costituzione di orientare i processi politici ed economici in atto.

Gli sviluppi della “costituzione economica”, interna ed europea, nel contesto della differenziazione regionale / Grossi, VINCENTE PIERLUIGI. - (2023). (Intervento presentato al convegno "Giornata annuale dei dottorati" dell'Associazione di studi sul diritto e la giustizia costituzionale "Gruppo di Pisa" tenutosi a Università degli Studi Roma 3 nel 28 settembre 2023).

Gli sviluppi della “costituzione economica”, interna ed europea, nel contesto della differenziazione regionale

Vincente Pierluigi Grossi
2023

Abstract

Come è stato evidenziato in dottrina, le disposizioni della “costituzione economica” rientrano tra quelle che si sono rivelate dotate di maggiore elasticità, al punto che esse, più che aver orientato i processi politici, li hanno di fatto subiti (De Marco). Invero, ciò non è imputabile esclusivamente al crescente ruolo che le istituzioni europee hanno assunto nella costruzione degli ordinamenti giuridici degli Stati membri, ma anche, sul piano del diritto interno, alla riforma del Titolo V, la quale ha inteso ridimensionare il ruolo dello Stato nell’economia e nella garanzia dei diritti a vantaggio delle autonomie territoriali. Tale riforma però è rimasta sostanzialmente disattesa dal legislatore statale, con il pieno avvallo, peraltro, della stessa giurisprudenza costituzionale (Mangiameli). Anche per queste ragioni, parte della dottrina ha accolto con favore le iniziative di alcune regioni per l’attivazione del regionalismo differenziato, nella misura in cui queste iniziative potrebbero inaugurare una «nuova stagione» (Cortese) per l’autonomia regionale. Sulla base di queste premesse, l’intervento ha avuto a oggetto gli sviluppi dalla costituzione economica alla luce della possibile attuazione del regionalismo differenziato. Infatti, secondo parte della dottrina, la concessione di ulteriore autonomia alle regioni, soprattutto quelle del nord, non dovrebbe soltanto valorizzare le migliori esperienze amministrative (Giovanardi-Stevanato), ma dovrebbe consentire anche alle autonomie “più forti” di fare da “traino” all’economia di tutto il Paese (Mangiameli), attuando quindi delle politiche che, quanto agli effetti, hanno rilevanza sostanzialmente macroeconomica. Dato che «la costituzione economica non può essere intesa […] come un qualcosa di autonomo e diverso rispetto alla costituzione politica e giuridica» (Verdolini), ci si è concentrati in particolare sulle conseguenze che questa impostazione del regionalismo differenziato potrebbe avere sul principio di rappresentanza politica nazionale ex art. 67 Cost., nella misura in cui si imporrebbero le scelte economiche di alcune Regioni a tutti i cittadini italiani (De Minico – Grossi). In secondo luogo, ci si domanderà quali possibili scenari questa impostazione potrebbe inaugurare sul diritto europeo della concorrenza e del divieto di aiuti di Stato. Infatti, la Corte di giustizia – al pari, peraltro, della nostra Corte costituzionale – ha ammesso finora soltanto gli interventi degli enti territoriali minori nell’economia che hanno una rilevanza sostanzialmente locale, sulla base cioè di presupposti diversi di quelli che il regionalismo differenziato vorrebbe inaugurare. In conclusione, si sono esposte delle brevi considerazioni sulla perdurante capacità della Costituzione di orientare i processi politici ed economici in atto.
2023
Gli sviluppi della “costituzione economica”, interna ed europea, nel contesto della differenziazione regionale / Grossi, VINCENTE PIERLUIGI. - (2023). (Intervento presentato al convegno "Giornata annuale dei dottorati" dell'Associazione di studi sul diritto e la giustizia costituzionale "Gruppo di Pisa" tenutosi a Università degli Studi Roma 3 nel 28 settembre 2023).
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