Verso Oriente. Riflessioni sull’identità fra estetica e integrazione

La relazione verte sulle declinazioni del concetto di identità che promanano da alcune testimonianze di età tardoantica e poi bizantina, alcune delle quali tratte da racconti di viaggio. Con la suggestione (per quanto proposta qui con segno opposto) impressa dal titolo della celebre orazione di Elio Aristide, contenente l'idea dell’andare ‘verso Roma’, come verso il centro del mondo, emblema di un'ideologia del potere, ma anche fulcro di strategia di globalizzazione realizzata durante i secoli dai Romani, è ora il flusso di mercanti, pellegrini, intellettuali, maestranze, immigrati, che viaggiano verso Costantinopoli, capitale dell'Oriente bizantino, a indicare come enucleare le grandi linee di un concetto polisemico e volatile (e per certi versi già allora artificiale) dall’humus culturale di incrocio fra etnie, religioni, prassi giuridiche, lingue, costumi sociali. Venuto meno il ruolo di aggregazione centripeta della cittadinanza, così come era accaduto nell’impero Romano d’Occidente, l'appartenenza politica appare nella esperienza bizantina, prevalentemente cristiana, multietnica, solo uno degli elementi che fondano l'identità, non senza difficoltà, discriminazioni, conflitti.