L’epistolario di Isotta Nogarola si stratifica nel corso di tutta la sua vita, ma le lettere scritte tra il 1435 e il 1438, furono quelle che garantirono ad Isotta una prima fama; e fu poi l’intenso scambio, accompagnato da una appassionata empatia, con Lodovico Foscarini a segnare i suoi ultimi anni. La scrittura epistolare di Isotta Nogarola è apertamente schierata e connotata: la scelta esclusiva del latino, il carattere insieme autobiografico e pubblico della corrispondenza, la varietà degli argomenti, ma anche la decisa connotazione erudita e fortemente letteraria pongono la scrittura epistolare di questa donna dottissima su un discrimine peculiare, prossimo a quello degli epistolari di grandi umanisti, quali Francesco Petrarca e Coluccio Salutati, con una decisa impostazione retorica, certamente lontanissima dalle corrispondenze femminili in volgare, spesso di carattere pratico, funzionali ad affari, politiche ed economie familiari. In occasione del concilio di Mantova del 1459 (convocato da Pio II per una crociata contro gli ottomani che avevano preso Costantinopoli) Isotta Nogarola inviava al papa una lettera appassionata, esultante e ricchissima di riferimenti culti, una lettera che Margareth King e Diana Robins leggono a ragione come una vera e propria orazione, ricca proprio per questo di riferimenti a Cicerone e Demostene, una lettera con la quale Isotta reclamava la crociata contro i Turchi. La lettera sollecitava Pio II ad intraprendere la crociata contro gli infedeli, ad impugnare la spada per punire i malvagi e salvare la chiesa dalla rovina e dal degrado. Pensato come orazione da far pronunciare (e da leggere allora per conto di Isotta che al congresso non sarebbe stata presente) durante le sessioni del convegno, questo scritto di Isotta celebrava Pio II come ‘colui che prefiguravano i profeti nelle loro predizioni., l’eletto, il predestinato al ruolo che Isotta gli impone attraverso pubblica investitura. Altre lettere di Isotta documentano l’attenzione di Isotta a questioni di politica ecclesiastica, ed in particolare alla questione dell’avanzata turca: infatti, Isotta aveva scritto - tra il 1439 ed il 1440 - al cardinale Francesco Condulmier sollecitandolo a resistere all’avanzata turca; e nell’anno santo del 1450 che la vide compiere un pellegrinaggio a Roma aveva indirizzato una supplica a Niccolò V di nuovo per porre fine all’avanzata turca.

Isotta e la crociata: l'orazione a PIO II / Iacono, Antonietta. - (2023).

Isotta e la crociata: l'orazione a PIO II

Antonietta Iacono
2023

Abstract

L’epistolario di Isotta Nogarola si stratifica nel corso di tutta la sua vita, ma le lettere scritte tra il 1435 e il 1438, furono quelle che garantirono ad Isotta una prima fama; e fu poi l’intenso scambio, accompagnato da una appassionata empatia, con Lodovico Foscarini a segnare i suoi ultimi anni. La scrittura epistolare di Isotta Nogarola è apertamente schierata e connotata: la scelta esclusiva del latino, il carattere insieme autobiografico e pubblico della corrispondenza, la varietà degli argomenti, ma anche la decisa connotazione erudita e fortemente letteraria pongono la scrittura epistolare di questa donna dottissima su un discrimine peculiare, prossimo a quello degli epistolari di grandi umanisti, quali Francesco Petrarca e Coluccio Salutati, con una decisa impostazione retorica, certamente lontanissima dalle corrispondenze femminili in volgare, spesso di carattere pratico, funzionali ad affari, politiche ed economie familiari. In occasione del concilio di Mantova del 1459 (convocato da Pio II per una crociata contro gli ottomani che avevano preso Costantinopoli) Isotta Nogarola inviava al papa una lettera appassionata, esultante e ricchissima di riferimenti culti, una lettera che Margareth King e Diana Robins leggono a ragione come una vera e propria orazione, ricca proprio per questo di riferimenti a Cicerone e Demostene, una lettera con la quale Isotta reclamava la crociata contro i Turchi. La lettera sollecitava Pio II ad intraprendere la crociata contro gli infedeli, ad impugnare la spada per punire i malvagi e salvare la chiesa dalla rovina e dal degrado. Pensato come orazione da far pronunciare (e da leggere allora per conto di Isotta che al congresso non sarebbe stata presente) durante le sessioni del convegno, questo scritto di Isotta celebrava Pio II come ‘colui che prefiguravano i profeti nelle loro predizioni., l’eletto, il predestinato al ruolo che Isotta gli impone attraverso pubblica investitura. Altre lettere di Isotta documentano l’attenzione di Isotta a questioni di politica ecclesiastica, ed in particolare alla questione dell’avanzata turca: infatti, Isotta aveva scritto - tra il 1439 ed il 1440 - al cardinale Francesco Condulmier sollecitandolo a resistere all’avanzata turca; e nell’anno santo del 1450 che la vide compiere un pellegrinaggio a Roma aveva indirizzato una supplica a Niccolò V di nuovo per porre fine all’avanzata turca.
2023
Isotta e la crociata: l'orazione a PIO II / Iacono, Antonietta. - (2023).
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