Efficienza vs diritti: a rischio il paradigma garantista

La legge n. 134 del 2021, recante «delega al Governo per l’efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari», che trova attuazione con il d. lgs. 10 ot- tobre 2022, n. 150, eleva l’efficienza a valore in sé, in maniera avulsa dal tessuto assiologico delle tradizionali matrici culturali dei sistemi processuali. Per la prima volta nella storia della legislazione processuale si interviene su una materia altamente politica, a prescindere dai modelli processuali e nell’ottica di un esasperato empirismo. Si privilegia l’efficienza in considerazione dell’obiettivo posto dal piano Na- zionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) di abbreviare i tempi del processo penale nella misura del 25 per cento entro giugno 2026. Anche la magistratura è sollecitata ad una sovraesposizione1 nella gestione delle inefficienze della macchina processuale, estendendo la funzione giurisdizionale, dall’ambito del controllo e dell’accertamento, alla mediazione e regolazione del conflitto sociale