Emerge con forza anche la necessità di avviare un processo globale di dismissione della grande concentrazione urbana e metropolitana dell’area napoletana, gravemente sovrappopolata e sovra urbanizzata, che determina la progressiva desertificazione intellettuale e la disgregazione dell’armatura urbana dei centri storici e delle città minori delle cosiddette aree interne, e l’opportunità di favorire il collegamento dei versanti tirrenico e adriatico della regione Campania per superare le condizioni di marginalità insediativa e socioeconomica delle aree interne e i conseguenti fenomeni di impoverimento demografico. Emblematico è il caso della provincia di Avellino che con la sua armatura urbana storica – 118 comuni distribuiti su una superficie di circa 2807 chilometri quadrati – continua a registrare un progressivo calo demografico, pur presentando buoni indici di specializzazione funzionale, rispetto al contesto regionale, nel settore della produzione di beni e servizi. Essa offre una sostenibilità ambientale teorica all’impatto antropico pari a 1.403.500 abitanti – considerando come ammissibile una densità territoriale media pari a 500 abitanti per chilometro quadrato, così com’è attualmente registrato a scala regionale – mentre, al contrario, ha una popolazione totale di 402.893 residenti, facendo rilevare, dunque, una densità territoriale media di circa 143 abitanti per chilometro quadrato di superficie territoriale. Se si confronta tale dato con quello della densità territoriale media della provincia di Napoli, oggi Città Metropolitana, che si aggira intorno ai 2600 abitanti per chilometro quadrato, si comprende quanto grave sia lo squilibrio esistente. Tale squilibrio è certamente conosciuto e ampiamente documentato in ogni strumento di assetto e governo del territorio, sia a scala regionale che provinciale, e ha raggiunto dimensioni talmente gravi da costituire un fattore di “doppia diseconomia” per il funzionamento dei servizi ai cittadini. Non vi è piano o progetto che, in passato come oggi, non si ponga come obiettivo il riequilibrio della regione Campania per la risoluzione della congestione, che ormai sembra irreversibile, della fascia costiera e lo spopolamento delle aree interne appenniniche. Ma è fondamentale che il riequilibrio non si traduca in un processo amplificatore dell’attuale tendenza di trasferimento di semplici pesi demografici senza che questi rivitalizzino il sistema e l’armatura urbana delle provincie delle aree interne campane. Con lo studio pubblicato nel 2009, Il riequilibrio territoriale della regione metropolitana campana: da 551 comuni a 118 municipalità, si è inteso proporre la riorganizzazione politica e amministrativa di tutti i comuni della Regione Campania in municipalità più omogenee sia dal punto di vista delle caratteristiche ambientali che storiche e socio-economiche, anche alla luce dell’evoluzione definita dal Piano territoriale della regione Campania (redatto nel novembre del 2006) e dai successivi Piani territoriali di coordinamento provinciali (redatti nell’ottobre del 2009), fino all’attuale piano della città metropolitana in corso di definizione. L’obiettivo, tuttora valido, è quello di organizzare una costellazione di “città medie” mettendo in moto un processo di formazione di consorzi di comuni piccoli e medi, per i quali è possibile ipotizzare un incremento demografico e il recupero del patrimonio edilizio esistente in funzione della sostenibilità territoriale all’impatto antropico, articolati in comprensori: le nuove città medie; ma anche integrare e potenziare l'accessibilità alle città e ai centri minori delle aree interne, favorendo altresì il decentramento di funzioni a scala regionale e provinciale dalla città di Napoli verso gli altri capoluoghi di provincia, segnatamente Avellino e Benevento, lontani dalla congestionata fascia costiera, che concretamente possono esprimere una forte crescita di valori urbani di alta qualità.

Amministratrici urbaniste e donne architetto che promuovono il territorio in città e comuni in Campania / Buondonno, Emma. - (2022). (Intervento presentato al convegno Il processo e gli strumenti della pianificazione territoriale in Campania. Iniziative in corso o da avviare. tenutosi a Sala Raffaele Sirica. Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia. Piazzetta Matilde Serao, n. 7 - NAPOLI nel 5 dicembre 2022).

Amministratrici urbaniste e donne architetto che promuovono il territorio in città e comuni in Campania.

BUONDONNO, EMMA
2022

Abstract

Emerge con forza anche la necessità di avviare un processo globale di dismissione della grande concentrazione urbana e metropolitana dell’area napoletana, gravemente sovrappopolata e sovra urbanizzata, che determina la progressiva desertificazione intellettuale e la disgregazione dell’armatura urbana dei centri storici e delle città minori delle cosiddette aree interne, e l’opportunità di favorire il collegamento dei versanti tirrenico e adriatico della regione Campania per superare le condizioni di marginalità insediativa e socioeconomica delle aree interne e i conseguenti fenomeni di impoverimento demografico. Emblematico è il caso della provincia di Avellino che con la sua armatura urbana storica – 118 comuni distribuiti su una superficie di circa 2807 chilometri quadrati – continua a registrare un progressivo calo demografico, pur presentando buoni indici di specializzazione funzionale, rispetto al contesto regionale, nel settore della produzione di beni e servizi. Essa offre una sostenibilità ambientale teorica all’impatto antropico pari a 1.403.500 abitanti – considerando come ammissibile una densità territoriale media pari a 500 abitanti per chilometro quadrato, così com’è attualmente registrato a scala regionale – mentre, al contrario, ha una popolazione totale di 402.893 residenti, facendo rilevare, dunque, una densità territoriale media di circa 143 abitanti per chilometro quadrato di superficie territoriale. Se si confronta tale dato con quello della densità territoriale media della provincia di Napoli, oggi Città Metropolitana, che si aggira intorno ai 2600 abitanti per chilometro quadrato, si comprende quanto grave sia lo squilibrio esistente. Tale squilibrio è certamente conosciuto e ampiamente documentato in ogni strumento di assetto e governo del territorio, sia a scala regionale che provinciale, e ha raggiunto dimensioni talmente gravi da costituire un fattore di “doppia diseconomia” per il funzionamento dei servizi ai cittadini. Non vi è piano o progetto che, in passato come oggi, non si ponga come obiettivo il riequilibrio della regione Campania per la risoluzione della congestione, che ormai sembra irreversibile, della fascia costiera e lo spopolamento delle aree interne appenniniche. Ma è fondamentale che il riequilibrio non si traduca in un processo amplificatore dell’attuale tendenza di trasferimento di semplici pesi demografici senza che questi rivitalizzino il sistema e l’armatura urbana delle provincie delle aree interne campane. Con lo studio pubblicato nel 2009, Il riequilibrio territoriale della regione metropolitana campana: da 551 comuni a 118 municipalità, si è inteso proporre la riorganizzazione politica e amministrativa di tutti i comuni della Regione Campania in municipalità più omogenee sia dal punto di vista delle caratteristiche ambientali che storiche e socio-economiche, anche alla luce dell’evoluzione definita dal Piano territoriale della regione Campania (redatto nel novembre del 2006) e dai successivi Piani territoriali di coordinamento provinciali (redatti nell’ottobre del 2009), fino all’attuale piano della città metropolitana in corso di definizione. L’obiettivo, tuttora valido, è quello di organizzare una costellazione di “città medie” mettendo in moto un processo di formazione di consorzi di comuni piccoli e medi, per i quali è possibile ipotizzare un incremento demografico e il recupero del patrimonio edilizio esistente in funzione della sostenibilità territoriale all’impatto antropico, articolati in comprensori: le nuove città medie; ma anche integrare e potenziare l'accessibilità alle città e ai centri minori delle aree interne, favorendo altresì il decentramento di funzioni a scala regionale e provinciale dalla città di Napoli verso gli altri capoluoghi di provincia, segnatamente Avellino e Benevento, lontani dalla congestionata fascia costiera, che concretamente possono esprimere una forte crescita di valori urbani di alta qualità.
2022
Amministratrici urbaniste e donne architetto che promuovono il territorio in città e comuni in Campania / Buondonno, Emma. - (2022). (Intervento presentato al convegno Il processo e gli strumenti della pianificazione territoriale in Campania. Iniziative in corso o da avviare. tenutosi a Sala Raffaele Sirica. Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia. Piazzetta Matilde Serao, n. 7 - NAPOLI nel 5 dicembre 2022).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/910267
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