I porti franchi del lusso: da crocevia del mercato dell’arte a strumento di evasione fiscale, riciclaggio e finanziamento della criminalità organizzata

Il presente articolo ha ad oggetto un aspetto poco indagato – e finora scarsamente approfondito – nell’ampia letteratura relativa alle zone economiche speciali. Esso analizza, in particolare, i meccanismi giuridici attraverso i quali una determinata tipologia di ZES, il porto franco, si è adattata via via a certe dinamiche del mercato e, per effetto dell’evoluzione della normativa internazionale di contrasto alle frodi e all’evasione fiscale, si è trasformata in una nuova forma di paradiso fiscale o, se si preferisce, di società offshore. Scopo del presente contributo è, dunque, quello di consigliare un atteggiamento più critico e prudente verso tale forma di intervento pubblico, dal momento che sia i regimi nazionali sia le norme del diritto internazionale non sembrano in grado di scongiurarne l’utilizzo a fini di elusione/evasione fiscale e/o di riciclaggio.