Collaboratore, nei primi anni Ottanta, della rivista «Eupalino. Cultura della città e della casa» e studioso del maggior letterato-architetto del Novecento europeo, Paul Valéry, Valerio Magrelli rappresenta un caso di studio particolarmente interessante per chi intenda affrontare il tema delle affinità strutturali tra letteratura e architettura nell'Italia di oggi. Tanto nei suoi versi, sin dall'esordio di Ora serrata retinae (1980), che nelle prose – si pensi in particolare a Nel condominio di carne (2003) – il poeta romano non solo dimostra una costante riflessione su questioni architettoniche ma individua precise analogie tra corpi e spazi abitativi, interrogandosi sulle trasformazioni identitarie che questi sollecitano, solo che si pensi alla sezione "La forma della casa" nella raccolta "Nature e venature" (1987). Inoltre, la stessa concezione ed elaborazione dei testi dimostra in più casi di modellarsi plasticamente in dialogo con la prassi progettuale del proprio tempo. L'opera di Magrelli così come si è andata affermando negli ultimi trentacinque anni offre dunque un esempio attualissimo di riflessione sul problema della forma a un triplice livello, individuale (la forma-corpo), sociale (la forma-edificio) e testuale (la forma-poesia; la forma-narrazione), sollecitando un dialogo attivo tra queste tre dimensioni e un loro complessivo ripensamento. Un tema peraltro, questo della casa-corpo, che trova evidenti riscontri anche in molte esperienze dell'arte contemporanea (da Louise Bourgeois a Kiki Smith, da Mona Hathoum a Maurizio Cattelan) e in scrittori cari a Magrelli come il Ballard di "Il condominio". Il saggio affronta questi temi in un attraversamento dell'opera del poeta. Completa la pubblicazione l'intervista inedita dal titolo "Con Orfeo e con Anfione"
Forma della casa, forma del corpo, forma del testo. Magrelli nel ʻcondominio di carneʼ / Donati, Riccardo. - 539:(2019), pp. 265-278.
Forma della casa, forma del corpo, forma del testo. Magrelli nel ʻcondominio di carneʼ
Riccardo Donati
2019
Abstract
Collaboratore, nei primi anni Ottanta, della rivista «Eupalino. Cultura della città e della casa» e studioso del maggior letterato-architetto del Novecento europeo, Paul Valéry, Valerio Magrelli rappresenta un caso di studio particolarmente interessante per chi intenda affrontare il tema delle affinità strutturali tra letteratura e architettura nell'Italia di oggi. Tanto nei suoi versi, sin dall'esordio di Ora serrata retinae (1980), che nelle prose – si pensi in particolare a Nel condominio di carne (2003) – il poeta romano non solo dimostra una costante riflessione su questioni architettoniche ma individua precise analogie tra corpi e spazi abitativi, interrogandosi sulle trasformazioni identitarie che questi sollecitano, solo che si pensi alla sezione "La forma della casa" nella raccolta "Nature e venature" (1987). Inoltre, la stessa concezione ed elaborazione dei testi dimostra in più casi di modellarsi plasticamente in dialogo con la prassi progettuale del proprio tempo. L'opera di Magrelli così come si è andata affermando negli ultimi trentacinque anni offre dunque un esempio attualissimo di riflessione sul problema della forma a un triplice livello, individuale (la forma-corpo), sociale (la forma-edificio) e testuale (la forma-poesia; la forma-narrazione), sollecitando un dialogo attivo tra queste tre dimensioni e un loro complessivo ripensamento. Un tema peraltro, questo della casa-corpo, che trova evidenti riscontri anche in molte esperienze dell'arte contemporanea (da Louise Bourgeois a Kiki Smith, da Mona Hathoum a Maurizio Cattelan) e in scrittori cari a Magrelli come il Ballard di "Il condominio". Il saggio affronta questi temi in un attraversamento dell'opera del poeta. Completa la pubblicazione l'intervista inedita dal titolo "Con Orfeo e con Anfione"File | Dimensione | Formato | |
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