Il corretto funzionamento del mercato e la lealtà dei rapporti commerciali, accanto alla “tranquillità” del consumatore (l’ethos, secondo la nota Cass. Pen. Sez. Unite, Butti), sono gli argomenti centrali della presente ricerca, species a cui affiancare anche il “made in Italy”, concetto-contenitore più che bene giuridico in sé, assimilato dalla Corte di Giustizia ad una “denominazione di origine geografica semplice” e inteso quale claim o impropriamente come “marchio”. Il “fatto in Italia”, pur costituendo un quid pluris innegabile (conferente una possibile anima al prodotto), è orfano di una compiuta legislazione a livello comunitario . A tale deficit il Legislatore nazionale ha inteso supplire con una disciplina interna, che tuttavia appare “criptica” sia sul versante del comando normativo sia su quello sanzionatorio. Quanto detto induce ad un’indagine più complessa, estensibile generalmente al rapporto tra fonti e, in particolare, all’esame di condotte penalmente rilevanti d’impronta comunitaria; tema questo notoriamente afferente alla cosiddetta “europeizzazione” del diritto penale, anche alimentare. L’incidenza del diritto comunitario sui principi penali nazionali, infatti, è stata riscontrata da acuta dottrina nelle seguenti tre forme: quella interpretativa, quella integratrice, e quella disapplicatrice. Tra l'altro, il contributo affronta il tema del costante richiamo all’art. 517 c.p. (cardine del made in Italy e posto a tutela dell’ordine economico) la cui natura è al centro di un dibattito giurisprudenziale ancora “aperto”, sebbene sia dato oramai condiviso che la fattispecie delittuosa in esame si possa integrare anche nel caso di una “mera imitazione del marchio, non necessariamente registrato o riconosciuto”, purché questa sia “idonea a trarre in inganno l’acquirente sull’origine, qualità o provenienza del prodotto da una determinato produttore.
Tutela del Made in Italy e disciplina europea per l’individuazione di condotte penalmente rilevanti in tema di prodotti alimentari / Aversano, F.. - In: RIVISTA DI DIRITTO ALIMENTARE. - ISSN 1973-3593. - 2(2015), pp. 68-85.
Tutela del Made in Italy e disciplina europea per l’individuazione di condotte penalmente rilevanti in tema di prodotti alimentari
AVERSANO, F.
Writing – Original Draft Preparation
2015
Abstract
Il corretto funzionamento del mercato e la lealtà dei rapporti commerciali, accanto alla “tranquillità” del consumatore (l’ethos, secondo la nota Cass. Pen. Sez. Unite, Butti), sono gli argomenti centrali della presente ricerca, species a cui affiancare anche il “made in Italy”, concetto-contenitore più che bene giuridico in sé, assimilato dalla Corte di Giustizia ad una “denominazione di origine geografica semplice” e inteso quale claim o impropriamente come “marchio”. Il “fatto in Italia”, pur costituendo un quid pluris innegabile (conferente una possibile anima al prodotto), è orfano di una compiuta legislazione a livello comunitario . A tale deficit il Legislatore nazionale ha inteso supplire con una disciplina interna, che tuttavia appare “criptica” sia sul versante del comando normativo sia su quello sanzionatorio. Quanto detto induce ad un’indagine più complessa, estensibile generalmente al rapporto tra fonti e, in particolare, all’esame di condotte penalmente rilevanti d’impronta comunitaria; tema questo notoriamente afferente alla cosiddetta “europeizzazione” del diritto penale, anche alimentare. L’incidenza del diritto comunitario sui principi penali nazionali, infatti, è stata riscontrata da acuta dottrina nelle seguenti tre forme: quella interpretativa, quella integratrice, e quella disapplicatrice. Tra l'altro, il contributo affronta il tema del costante richiamo all’art. 517 c.p. (cardine del made in Italy e posto a tutela dell’ordine economico) la cui natura è al centro di un dibattito giurisprudenziale ancora “aperto”, sebbene sia dato oramai condiviso che la fattispecie delittuosa in esame si possa integrare anche nel caso di una “mera imitazione del marchio, non necessariamente registrato o riconosciuto”, purché questa sia “idonea a trarre in inganno l’acquirente sull’origine, qualità o provenienza del prodotto da una determinato produttore.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tutela del made in Italy e disciplina europea condotte rilevanti.pdf
non disponibili
Descrizione: ARTICOLO PRINCIPALE
Tipologia:
Versione Editoriale (PDF)
Licenza:
Accesso privato/ristretto
Dimensione
549.64 kB
Formato
Adobe PDF
|
549.64 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.