Girolamo Borgia in Arcadia

Il seminario è incentrato sulla figura dell’umanista meridionale Girolamo Borgia (1475-1550 ca.), testimone insofferente della crisi politica del Regno di Napoli e dell’Italia nei primi anni del Cinquecento, ma anche protagonista del profondo fervore culturale di quegli anni. «Se la sua scrittura storiografica è stata da tempo oggetto di studio, anche se ancora oggi in mancanza di un’edizione – dichiara Claudia Corfiati –, i suoi versi, raccolti in una tarda e scorretta edizione seicentesca, sono poco noti e poco studiati. Tra questi – elegie, epigrammi, versi lirici, poemetti encomiastici, egloghe – si distinguono due componimenti ‘bucolici’ dedicati a Vittoria Colonna, nella forma di dittico con cui sono stati pubblicati nel 1666. In questi versi il Borgia evoca i ‘fantasmi’ di due esempi altissimi di vita intellettuale e di poesia, ovvero Giovanni Pontano e Francesco Petrarca: da una parte l’eredità del maestro di poesia latina, presentato come profeta della tragedia italiana, dall’altra un autore oramai venerato come modello di stile e di lingua».