Fede, sport, emergenza socio-sanitaria da Covid-19

In questo tempo di crisi sociosanitaria, le religioni guardano al mondo dello sport e ne esaltano la grande importanza sociale. Papa Francesco insiste sull’essenzialità di fare squadra: “Nessuno si salva da solo”. E lo afferma nella sua enciclica laica sullo sport e nel suo volume “Mettersi in gioco. Pensieri sullo sport” ; opere del pontefice che, pubblicate nel presente emergenziale pandemico, sembrano voler evidenziare la forte connessione tra le religioni e lo sport anche in piena emergenza pandemica. Le organizzazioni religiose e sportive sono state similmente travolte da cambiamenti radicali ed altre importanti sfide attendono le loro istituzioni, chiamate all’adozione di scelte difficili che potranno essere rafforzate se adottate ponendo al centro la tutela dei diritti umani. Probabilmente dovranno riconsiderarsi le prescrizioni inerenti i riti e i luoghi di aggregazione. È inevitabile chiedersi in quale misura il Covid-19 continuerà ad influenzare, anche nel prossimo futuro, le regole religiose e sportive. Nella ricerca di nuove forme di coesistenza umana, il fair play sportivo - se si considera la centralità ad esso riconosciuta anche nel pieno dell’emergenza sanitaria - potrà indicare percorsi che consentono di affrontare al meglio, in una “corsa condivisa”, la sfida dell’interdipendenza umana, nella ricerca di una rinnovata e solidale “amicizia sociale”.