La ritenuta potenzialità discriminativa della prova del DNA, sconta un effetto di mitizzazione del relativo risultato, che impone di riflettere sul reale peso che essa possiede all’interno del processo penale e sui limiti ad essa connessi. L’indagine genetica è approfondita da un punto di vista normativo, a partire dai primi momenti procedimentali, in riferimento alle tematiche della raccolta e del prelievo di materiale biologico, prospettando soluzioni de jure condendo che tengano conto della particolarità e complessità dell’indagine genetica e che si muovano nella direzione di apprestare opportune garanzie difensive. Alla luce di una necessaria comunicabilità dei saperi, in contesti così complessi e delicati, come gli accertamenti genetici, si porrà l’attenzione all’inquadramento scientifico, con l’obiettivo di rendere partecipe il giurista delle certezze e dubbi che animano l’analisi del DNA: soltanto attraversando la disciplina in punto di metodologia analitica, si potrà ben cogliere tutta la problematicità del tema. Sulla base del delicato rapporto tra scienza e processo penale, si affronterà il c.d. paradosso nella valutazione della prova scientifica, che non può che risolversi all’interno delle diverse scansioni processuali, ossia nel concreto dipanarsi della dialettica processuale sin dalle prime fasi di formazione del procedimento probatorio. Si tratterà della rilevanza del dato statistico che rientra nel patrimonio di conoscenza del giudice, legato alle insuperabili difficoltà di trasferire modelli probabilistici all’interno del processo, in una cornice orientata al principio dell’oltre ogni ragionevole dubbio.

La prova del DNA / Naimoli, Chiara. - (2017).

La prova del DNA

Chiara Naimoli
2017

Abstract

La ritenuta potenzialità discriminativa della prova del DNA, sconta un effetto di mitizzazione del relativo risultato, che impone di riflettere sul reale peso che essa possiede all’interno del processo penale e sui limiti ad essa connessi. L’indagine genetica è approfondita da un punto di vista normativo, a partire dai primi momenti procedimentali, in riferimento alle tematiche della raccolta e del prelievo di materiale biologico, prospettando soluzioni de jure condendo che tengano conto della particolarità e complessità dell’indagine genetica e che si muovano nella direzione di apprestare opportune garanzie difensive. Alla luce di una necessaria comunicabilità dei saperi, in contesti così complessi e delicati, come gli accertamenti genetici, si porrà l’attenzione all’inquadramento scientifico, con l’obiettivo di rendere partecipe il giurista delle certezze e dubbi che animano l’analisi del DNA: soltanto attraversando la disciplina in punto di metodologia analitica, si potrà ben cogliere tutta la problematicità del tema. Sulla base del delicato rapporto tra scienza e processo penale, si affronterà il c.d. paradosso nella valutazione della prova scientifica, che non può che risolversi all’interno delle diverse scansioni processuali, ossia nel concreto dipanarsi della dialettica processuale sin dalle prime fasi di formazione del procedimento probatorio. Si tratterà della rilevanza del dato statistico che rientra nel patrimonio di conoscenza del giudice, legato alle insuperabili difficoltà di trasferire modelli probabilistici all’interno del processo, in una cornice orientata al principio dell’oltre ogni ragionevole dubbio.
2017
La prova del DNA / Naimoli, Chiara. - (2017).
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