L’immaginario religioso dell’isola narrato e ricostruito nel cerimoniale in onore di Santi e Madonne, un patrimonio culturale di feste, riti e processioni, confluenza di arcaiche consuetudini che un tempo scandivano l’intero anno. Se la formazione degli abitati dell’isola trae origine dai cenobi medievali, rilevanti per la costruzione dell’immagine urbana furono anche chiese e cappelle, documentate nel suburbio della Terra già nella prima metà del Cinquecento. Un territorio profondamente segnato da una religiosità e da antiche devozioni maturate nell’universo bizantino altomedievale come il culto per l’Arcangelo guerriero o quello di santa Margherita d’Antiochia, ai quali si aggiungeranno in età post-tridentina le celebrazioni della Passione di Cristo nella Settimana Santa con la teatralità delle sue processioni, o quella della Madonna del Rosario o della Vittoria in ricordo della battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) vinta dai cristiani sui turchi. Antichi riti in un territorio solcato da processioni religiose seguendo l’alternarsi delle stagioni, come a voler sacralizzare lo spazio profano delle strade e delle contrade agricole: una messa in scena, di volta in volta penitente o gaudiosa, strutturata su percorsi lungo i quali le soste di preghiera, gli altari allestiti nei crocicchi affollati da fedeli, costruivano il palinsesto di un paesaggio urbano e della sua dimensione religiosa. Ridimensionato dalle trasformazioni economiche, sociali e culturali, questo patrimonio materiale e immateriale, che sembra irrimediabilmente svanire, è ricostruito in un libro corale recuperando testimonianze orali sugli antichi itinerari processionali e illustrando statue, dipinti, manufatti artistici e preziosi paramenti in seta, al centro di un’indagine storica commentata da fotografie di archivi per conservare i fragili segni di un territorio e della sua ancestrale memoria sacra.
Procida sacra. L'immaginario religioso tra feste, riti e processioni / DI LIELLO, Salvatore. - (2021), pp. 1-176.
Procida sacra. L'immaginario religioso tra feste, riti e processioni
Salvatore Di Liello
2021
Abstract
L’immaginario religioso dell’isola narrato e ricostruito nel cerimoniale in onore di Santi e Madonne, un patrimonio culturale di feste, riti e processioni, confluenza di arcaiche consuetudini che un tempo scandivano l’intero anno. Se la formazione degli abitati dell’isola trae origine dai cenobi medievali, rilevanti per la costruzione dell’immagine urbana furono anche chiese e cappelle, documentate nel suburbio della Terra già nella prima metà del Cinquecento. Un territorio profondamente segnato da una religiosità e da antiche devozioni maturate nell’universo bizantino altomedievale come il culto per l’Arcangelo guerriero o quello di santa Margherita d’Antiochia, ai quali si aggiungeranno in età post-tridentina le celebrazioni della Passione di Cristo nella Settimana Santa con la teatralità delle sue processioni, o quella della Madonna del Rosario o della Vittoria in ricordo della battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) vinta dai cristiani sui turchi. Antichi riti in un territorio solcato da processioni religiose seguendo l’alternarsi delle stagioni, come a voler sacralizzare lo spazio profano delle strade e delle contrade agricole: una messa in scena, di volta in volta penitente o gaudiosa, strutturata su percorsi lungo i quali le soste di preghiera, gli altari allestiti nei crocicchi affollati da fedeli, costruivano il palinsesto di un paesaggio urbano e della sua dimensione religiosa. Ridimensionato dalle trasformazioni economiche, sociali e culturali, questo patrimonio materiale e immateriale, che sembra irrimediabilmente svanire, è ricostruito in un libro corale recuperando testimonianze orali sugli antichi itinerari processionali e illustrando statue, dipinti, manufatti artistici e preziosi paramenti in seta, al centro di un’indagine storica commentata da fotografie di archivi per conservare i fragili segni di un territorio e della sua ancestrale memoria sacra.File | Dimensione | Formato | |
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