Quale doveva essere la configurazione finale dell’ingresso occidentale della Mostra? Come mai, nonostante l’impianto sia impostato su una limpida griglia compositiva regolare, il bordo occidentale della planimetria della Triennale presenta un andamento superiormente curvilineo? Dove sarebbe dovuto andare a finire l’asse strutturante e monumentale del nuovo grande centro «dalle gallerie al mare»? Come mai, nell’ambito di una logica progettuale tutta incentrata su raffinati giochi proporzionali e prospettici, esso mantiene una sezione così ampia per poi concludersi come un frammento monco? Quali elementi strutturali della conformazione originaria della piana e del versante collinare furono assunti come riferimento nel tracciamento del nuovo impianto? Come mai si rinuncia al più suggestivo ingresso da nord lungo l’asse principale disegnato dalla Fontana dell’Esedra? I tre ‘pezzi’ urbani della spina fondativa che tradussero in architettura l’idea di fondazione furono progettati indipendentemente o videro un’unica regia compositiva? La ricerca di risposte a questi interrogativi irrisolti riscopre, nei vari elaborati progettuali redatti nel tempo, la planimetria preliminare originaria, i moduli segreti sottesi alle giaciture fondative, le direttrici determinate dalle relazioni visuali della Conca. Si delinea man mano una nuova storia progettuale della Mostra Triennale delle Terre italiane d’Oltremare illuminante rispetto alle attuali potenzialità di questo ‘centro’ utopico moderno: un grande progetto di rifondazione incompiuto del paesaggio urbano partenopeo, concepito, redatto e realizzato in meno di tre anni e mai ripreso nei successivi ottant’anni, se non nella logica di un recupero parziale di quanto rimasto

Il centro incompiuto della Napoli Moderna. Paesaggio, architettura e multiculturalità / Pagano, Lilia. - (2021), pp. 185-198.

Il centro incompiuto della Napoli Moderna. Paesaggio, architettura e multiculturalità

Lilia Pagano
2021

Abstract

Quale doveva essere la configurazione finale dell’ingresso occidentale della Mostra? Come mai, nonostante l’impianto sia impostato su una limpida griglia compositiva regolare, il bordo occidentale della planimetria della Triennale presenta un andamento superiormente curvilineo? Dove sarebbe dovuto andare a finire l’asse strutturante e monumentale del nuovo grande centro «dalle gallerie al mare»? Come mai, nell’ambito di una logica progettuale tutta incentrata su raffinati giochi proporzionali e prospettici, esso mantiene una sezione così ampia per poi concludersi come un frammento monco? Quali elementi strutturali della conformazione originaria della piana e del versante collinare furono assunti come riferimento nel tracciamento del nuovo impianto? Come mai si rinuncia al più suggestivo ingresso da nord lungo l’asse principale disegnato dalla Fontana dell’Esedra? I tre ‘pezzi’ urbani della spina fondativa che tradussero in architettura l’idea di fondazione furono progettati indipendentemente o videro un’unica regia compositiva? La ricerca di risposte a questi interrogativi irrisolti riscopre, nei vari elaborati progettuali redatti nel tempo, la planimetria preliminare originaria, i moduli segreti sottesi alle giaciture fondative, le direttrici determinate dalle relazioni visuali della Conca. Si delinea man mano una nuova storia progettuale della Mostra Triennale delle Terre italiane d’Oltremare illuminante rispetto alle attuali potenzialità di questo ‘centro’ utopico moderno: un grande progetto di rifondazione incompiuto del paesaggio urbano partenopeo, concepito, redatto e realizzato in meno di tre anni e mai ripreso nei successivi ottant’anni, se non nella logica di un recupero parziale di quanto rimasto
2021
978-88-6887-097-3
Il centro incompiuto della Napoli Moderna. Paesaggio, architettura e multiculturalità / Pagano, Lilia. - (2021), pp. 185-198.
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