Le città in quanto sistemi ecologici complessi costituiscono il luogo principale di sfruttamento dei servizi ecosistemici e allo stesso tempo l’ambiente privilegiato da cui ripartire per mettere in atto una gestione delle risorse che sia proattiva e indirizzata da politiche mirate. La crescita esponenziale degli abitanti nelle aree urbane provoca gravi conseguenze sugli ecosistemi già deteriorati, perciò è importante adottare da subito un approccio attento ai servizi ecosistemici. Molte sono le cause, materiali ed immateriali, di deterioramento degli ecosistemi. Il contributo si concentra sui territori fragili, in genere all’ombra dei riflettori e oltre l’attenzione delle politiche, considerati i luoghi privilegiati da cui partire per l’attivazione di laboratori di innovazione, in cui rigenerazione degli spazi, ritorno alla natura e apertura dei processi di governance dovrebbero procedere di pari passo. Sono per lo più territori scartati dal metabolismo urbano che potrebbero così essere reimmessi nei processi di crescita della città. Riappropriarsi dei territori dello scarto ha una doppia valenza. Ha a che fare con riportare gli ecosistemi urbani in una condizione appropriata rispetto al ciclo del metabolismo urbano, ma, allo stesso tempo, implica anche che le comunità in maniera attiva si impegnino per riacquisire la disponibilità di beni che erano andati perduti o erano stati espulsi dal processo di crescita della città. L’ipotesi proposta è testata attraverso un esempio di riappropriazione di un bene confiscato alle mafie nella regione urbana di Napoli: un laboratorio in corso con una grande capacità di attivazione di reti multidimensionali, attivato nella Masseria Esposito Ferraioli ad Afragola.

Città contemporanea e declino dei servizi ecosistemici. Ripartire dai territori dello scarto / Berruti, Gilda. - (2021), pp. 69-78.

Città contemporanea e declino dei servizi ecosistemici. Ripartire dai territori dello scarto

Berruti Gilda
2021

Abstract

Le città in quanto sistemi ecologici complessi costituiscono il luogo principale di sfruttamento dei servizi ecosistemici e allo stesso tempo l’ambiente privilegiato da cui ripartire per mettere in atto una gestione delle risorse che sia proattiva e indirizzata da politiche mirate. La crescita esponenziale degli abitanti nelle aree urbane provoca gravi conseguenze sugli ecosistemi già deteriorati, perciò è importante adottare da subito un approccio attento ai servizi ecosistemici. Molte sono le cause, materiali ed immateriali, di deterioramento degli ecosistemi. Il contributo si concentra sui territori fragili, in genere all’ombra dei riflettori e oltre l’attenzione delle politiche, considerati i luoghi privilegiati da cui partire per l’attivazione di laboratori di innovazione, in cui rigenerazione degli spazi, ritorno alla natura e apertura dei processi di governance dovrebbero procedere di pari passo. Sono per lo più territori scartati dal metabolismo urbano che potrebbero così essere reimmessi nei processi di crescita della città. Riappropriarsi dei territori dello scarto ha una doppia valenza. Ha a che fare con riportare gli ecosistemi urbani in una condizione appropriata rispetto al ciclo del metabolismo urbano, ma, allo stesso tempo, implica anche che le comunità in maniera attiva si impegnino per riacquisire la disponibilità di beni che erano andati perduti o erano stati espulsi dal processo di crescita della città. L’ipotesi proposta è testata attraverso un esempio di riappropriazione di un bene confiscato alle mafie nella regione urbana di Napoli: un laboratorio in corso con una grande capacità di attivazione di reti multidimensionali, attivato nella Masseria Esposito Ferraioli ad Afragola.
2021
978-88-916-4650-7
Città contemporanea e declino dei servizi ecosistemici. Ripartire dai territori dello scarto / Berruti, Gilda. - (2021), pp. 69-78.
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