La pratica, dunque, della rigenerazione urbana e dell’auspicato risanamento ambientale è di fatto stata piegata alle solite dinamiche del mercato immobiliare neoliberista e di spregiudicata aggressione di nuove ondate di cementificazione a discapito di servizi pubblici e attrezzature collettive sempre più carenti e di godimento privato. La città contemporanea arretra significativamente nella capacità di dotazione di scuole, edifici pubblici, biblioteche, edilizia sanitaria e socioassistenziale, strutture per attività culturali, parchi verdi e boschi urbani. La città contemporanea ha praticamente abdicato alla capacità di programmazione, pianificazione, progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione di tutti i servizi collettivi e le attrezzature pubbliche demolendo anche dal punto di vista dei significati il ruolo degli standard urbanistici della città pubblica. Questa è la più grave inversione di tendenza dello scorcio di fine millennio e inizio del nuovo. Al contrario, in un’epoca dove si renderebbe necessario sperimentare i nuovi paradigmi dell’architettura e dell’urbanistica contemporanee, dal consumo di suolo zero al recupero prudente e alla rinaturalizzazione spinta di intere porzioni di territorio, le discipline delle costruzioni non riescono a rilanciare questi temi nella direzione di una nuova era fondata su un concreto sviluppo sostenibile.
Rigenerazione urbana tra consumo di suolo zero e recupero prudente / Buondonno, Emma. - (2021). (Intervento presentato al convegno Riabitare la città. Rigenerazione urbana dell’ex Fiera di Roma. tenutosi a Videoconferenza Teams. nel 16 marzo 2021).
Rigenerazione urbana tra consumo di suolo zero e recupero prudente.
BUONDONNO, EMMA
2021
Abstract
La pratica, dunque, della rigenerazione urbana e dell’auspicato risanamento ambientale è di fatto stata piegata alle solite dinamiche del mercato immobiliare neoliberista e di spregiudicata aggressione di nuove ondate di cementificazione a discapito di servizi pubblici e attrezzature collettive sempre più carenti e di godimento privato. La città contemporanea arretra significativamente nella capacità di dotazione di scuole, edifici pubblici, biblioteche, edilizia sanitaria e socioassistenziale, strutture per attività culturali, parchi verdi e boschi urbani. La città contemporanea ha praticamente abdicato alla capacità di programmazione, pianificazione, progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione di tutti i servizi collettivi e le attrezzature pubbliche demolendo anche dal punto di vista dei significati il ruolo degli standard urbanistici della città pubblica. Questa è la più grave inversione di tendenza dello scorcio di fine millennio e inizio del nuovo. Al contrario, in un’epoca dove si renderebbe necessario sperimentare i nuovi paradigmi dell’architettura e dell’urbanistica contemporanee, dal consumo di suolo zero al recupero prudente e alla rinaturalizzazione spinta di intere porzioni di territorio, le discipline delle costruzioni non riescono a rilanciare questi temi nella direzione di una nuova era fondata su un concreto sviluppo sostenibile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.