Le lettere amorose di Margherita Costa (Roma, 1600-1657) furono pubblicate per la prima volta a Venezia nel 1639. Ottennero un buon successo e furono più volte ripubblicate, per essere poi totalmente dimenticate alla morte della loro autrice. Sono una delle opere più singolari della cantante, attrice, poetessa, drammaturga e performer romana, che fu nota e chiacchierata nelle più grandi corti italiane ed europee. A Firenze fu una delle figure più importanti della corte di Ferdinando II de’ Medici. A Parigi, alla corte di Mazzarino, interpretò la prima opera italiana. Fu amata e ammirata da moltissimi uomini. La sua produzione, pressoché ignorata dalla critica letteraria, giace quasi interamente inedita e forse destinata ancora ad un lungo oblio. Nell’ambito di questa varia e polimorfica produzione le Lettere amorose sono senza dubbio l’opera che merita d’esser letta e riproposta, tra le più colpevoli dimenticanze del canone letterario. Le centocinquanta Lettere, ognuna delle quali seguita da un componimento in versi che traduce liricamente i temi epistolari, non sono ascrivibili tout court al genere dell’epistolografia, ma si configurano come una gustosa opera barocca, dalle differenti intonazioni, che attua una sapiente mescidanza di generi e forme, rendendola un unicum nel panorama barocco. La stesura di queste lettere coinvolge, infatti, la poetessa, la drammaturga, la narratrice e l’interprete e denota una straordinaria esperienza della scrittura letteraria.
Daniela De Liso, Le lettere amorose di Margherita Costa, in (Auto)narrativas: hacia la construccion de un canon alternativo en italiano, a cura di S. Velàzquez Garcìa e Laureano Nunez Garcìa, Salamanca, Universidad de Salamanca, 2020, pp. 47-64 / DE LISO, Daniela. - (2020), pp. 47-64.
Daniela De Liso, Le lettere amorose di Margherita Costa, in (Auto)narrativas: hacia la construccion de un canon alternativo en italiano, a cura di S. Velàzquez Garcìa e Laureano Nunez Garcìa, Salamanca, Universidad de Salamanca, 2020, pp. 47-64.
Daniela De Liso
2020
Abstract
Le lettere amorose di Margherita Costa (Roma, 1600-1657) furono pubblicate per la prima volta a Venezia nel 1639. Ottennero un buon successo e furono più volte ripubblicate, per essere poi totalmente dimenticate alla morte della loro autrice. Sono una delle opere più singolari della cantante, attrice, poetessa, drammaturga e performer romana, che fu nota e chiacchierata nelle più grandi corti italiane ed europee. A Firenze fu una delle figure più importanti della corte di Ferdinando II de’ Medici. A Parigi, alla corte di Mazzarino, interpretò la prima opera italiana. Fu amata e ammirata da moltissimi uomini. La sua produzione, pressoché ignorata dalla critica letteraria, giace quasi interamente inedita e forse destinata ancora ad un lungo oblio. Nell’ambito di questa varia e polimorfica produzione le Lettere amorose sono senza dubbio l’opera che merita d’esser letta e riproposta, tra le più colpevoli dimenticanze del canone letterario. Le centocinquanta Lettere, ognuna delle quali seguita da un componimento in versi che traduce liricamente i temi epistolari, non sono ascrivibili tout court al genere dell’epistolografia, ma si configurano come una gustosa opera barocca, dalle differenti intonazioni, che attua una sapiente mescidanza di generi e forme, rendendola un unicum nel panorama barocco. La stesura di queste lettere coinvolge, infatti, la poetessa, la drammaturga, la narratrice e l’interprete e denota una straordinaria esperienza della scrittura letteraria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.