Il saggio analizza il dibattito che accompagnò la creazione e i primi anni dell’International Center for Theoretical Physics (ICTP), fondato a Trieste nel 1964. Posto sotto l’egida della IAEA, l’ICTP fu il primo e per molti anni il più grande e importante centro di formazione e ricerca scienti ca creato da un’agenzia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Sotto la direzione del fisico pakistano Abdus Salam, l’ICTP si occupò di istruire fisici provenienti dall’America Latina, dall’Asia e dall’Africa, in modo da permettere loro di utilizzare la scienza – in particolare la sica nucleare – per promuovere lo sviluppo economico, scienti co e culturale dei propri paesi e l’uso paci co dell’energia atomica. La ricerca si colloca nell’ambito di una storiografia che in anni recenti ha evidenziato l’influenza della scienza e della tecnologia sulle relazioni internazionali del secondo dopoguerra e sui rapporti tra blocco occidentale e blocco orientale, così come tra il Nord e il Sud del mondo. Sebbene esistano vari studi sulle forme di collaborazione transnazionale promosse dalla comunità di emigrés, sull’opposizione di molti fisici agli armamenti nucleari e sul ruolo degli scienziati nel mettere in discussione il bipolarismo, manca ancora una ricerca che ricostruisca i molteplici modi in cui l’affermarsi di una comunità scienti ca transnazionale, composta sempre più da soggetti provenienti dal Terzo Mondo, ridefinì le logiche della guerra fredda, in un decennio cruciale come quello degli anni Sessanta.

"A vision for the future". L'International Centre for Theoretical Physics tra bipolarismo e decolonizzazione / Bini, Elisabetta. - (2020), pp. 97-118.

"A vision for the future". L'International Centre for Theoretical Physics tra bipolarismo e decolonizzazione

Elisabetta Bini
Primo
2020

Abstract

Il saggio analizza il dibattito che accompagnò la creazione e i primi anni dell’International Center for Theoretical Physics (ICTP), fondato a Trieste nel 1964. Posto sotto l’egida della IAEA, l’ICTP fu il primo e per molti anni il più grande e importante centro di formazione e ricerca scienti ca creato da un’agenzia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Sotto la direzione del fisico pakistano Abdus Salam, l’ICTP si occupò di istruire fisici provenienti dall’America Latina, dall’Asia e dall’Africa, in modo da permettere loro di utilizzare la scienza – in particolare la sica nucleare – per promuovere lo sviluppo economico, scienti co e culturale dei propri paesi e l’uso paci co dell’energia atomica. La ricerca si colloca nell’ambito di una storiografia che in anni recenti ha evidenziato l’influenza della scienza e della tecnologia sulle relazioni internazionali del secondo dopoguerra e sui rapporti tra blocco occidentale e blocco orientale, così come tra il Nord e il Sud del mondo. Sebbene esistano vari studi sulle forme di collaborazione transnazionale promosse dalla comunità di emigrés, sull’opposizione di molti fisici agli armamenti nucleari e sul ruolo degli scienziati nel mettere in discussione il bipolarismo, manca ancora una ricerca che ricostruisca i molteplici modi in cui l’affermarsi di una comunità scienti ca transnazionale, composta sempre più da soggetti provenienti dal Terzo Mondo, ridefinì le logiche della guerra fredda, in un decennio cruciale come quello degli anni Sessanta.
2020
9788833132341
"A vision for the future". L'International Centre for Theoretical Physics tra bipolarismo e decolonizzazione / Bini, Elisabetta. - (2020), pp. 97-118.
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