A valutare l’incidenza dell’architettura sacra nella densa scena urbana di Napoli in età moderna, emerge che dalla metà del Cinquecento le cupole acquistano un crescente peso nella costruzione delle gerarchie visive del paesaggio urbano. Tuttavia, a fronte dei profondi cambiamenti imposti dalla riforma tridentina larga parte del Cinquecento a Napoli appare ferma all’impronta classicista straordinariamente segnata dalle cupole rinascimentali dalla struttura semplice replicate nelle chiese dei SS. Severino e Sossio, di Santa Maria di Regina Coeli, di Santa Maria di Donnaromita - e ancora nella chiesa di San Gregorio Armeno tra le prime realizzazioni improntate agli adeguamenti tridentini - che nelle volumetrie sembrano iscriversi in quel linguaggio pauperista affermato a Roma da Giacomo Della Porta e Martino Longhi il Vecchio negli organismi cupolari romani delle chiese del Gesù e di Santa Maria della Vallicella.
Classicismo locale e sintetismo romano nelle cupole del Cinquecento a Napoli: icasticità e ascendenze in Santa Maria Donnaromita e in San Gregorio Armeno / DI LIELLO, Salvatore. - In: ANANKE. - ISSN 1129-8219. - 91:(2020), pp. 72-79.
Classicismo locale e sintetismo romano nelle cupole del Cinquecento a Napoli: icasticità e ascendenze in Santa Maria Donnaromita e in San Gregorio Armeno
Salvatore Di Liello
2020
Abstract
A valutare l’incidenza dell’architettura sacra nella densa scena urbana di Napoli in età moderna, emerge che dalla metà del Cinquecento le cupole acquistano un crescente peso nella costruzione delle gerarchie visive del paesaggio urbano. Tuttavia, a fronte dei profondi cambiamenti imposti dalla riforma tridentina larga parte del Cinquecento a Napoli appare ferma all’impronta classicista straordinariamente segnata dalle cupole rinascimentali dalla struttura semplice replicate nelle chiese dei SS. Severino e Sossio, di Santa Maria di Regina Coeli, di Santa Maria di Donnaromita - e ancora nella chiesa di San Gregorio Armeno tra le prime realizzazioni improntate agli adeguamenti tridentini - che nelle volumetrie sembrano iscriversi in quel linguaggio pauperista affermato a Roma da Giacomo Della Porta e Martino Longhi il Vecchio negli organismi cupolari romani delle chiese del Gesù e di Santa Maria della Vallicella.File | Dimensione | Formato | |
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