Il racconto intorno alle esperienze e ai metodi con i quali descrivere come il design universitario si sia formato in Campania e a Napoli in quanto luogo iconico di un territorio ad alta complessità, prevede la ricostruzione di una somma di attività che ha visto artefici un grup- po di progettisti e ricercatori facenti capo al “disegno industriale” presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ambiente dal quale figure come Roberto Mango prima ed Ermanno Guida poi hanno dato vita a un’area del progetto che ha promosso “un design per il sociale e lo sviluppo locale”1. Un binomio non così ovvio, in grado tuttavia di elaborare un percorso giunto fino ai nostri giorni, che segnala un procedere dal basso, non lineare, che priva il design di qualunque eccesso autoriale e ne riconduce gli obiettivi a supporto di un modello orientato verso una ricerca che muove dalla com- prensione di bisogni e temi emergenti dal territorio. Tra questi si distingue, nell’ambito dello sviluppo locale, il rapporto con l’artigia- nato. Una relazione asimmetrica che ha tuttavia contribuito, a partire dalla fine degli anni Novanta, alla formazione di giovani ricer- catori allenati ad agire interpretando il progetto come sfida a una modernità irregolare che integra il saper fare con la dimensione tecnologica della contemporaneità. Un tramite per sperimentare ti- pologie di prodotti, modalità e ritualità in un precario equilibrio tra localismo e mondializzazione. Questo capitale di esperienze contradditorie è arrivato al presente in forme spurie, sparse ma vive, a testimonianza che il design è un in- sieme connettivo che mescola conoscenze e competenze misurabili anche in chiave generazionale. Una condizione che nel suo rapporto con la memoria interpreta una posizione di passaggio, di transizione, tale da richiedere alla cultura del progetto una responsabilità deci- siva nel promuovere intese e convergenze tra quanti agiscono nella medesima direzione dello sviluppo e dell’innovazione. 
Ricerche per un design di mediazione / Cristallo, V.; Morone, A.. - (2020), pp. 241-252.
Ricerche per un design di mediazione
A. Morone
2020
Abstract
Il racconto intorno alle esperienze e ai metodi con i quali descrivere come il design universitario si sia formato in Campania e a Napoli in quanto luogo iconico di un territorio ad alta complessità, prevede la ricostruzione di una somma di attività che ha visto artefici un grup- po di progettisti e ricercatori facenti capo al “disegno industriale” presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ambiente dal quale figure come Roberto Mango prima ed Ermanno Guida poi hanno dato vita a un’area del progetto che ha promosso “un design per il sociale e lo sviluppo locale”1. Un binomio non così ovvio, in grado tuttavia di elaborare un percorso giunto fino ai nostri giorni, che segnala un procedere dal basso, non lineare, che priva il design di qualunque eccesso autoriale e ne riconduce gli obiettivi a supporto di un modello orientato verso una ricerca che muove dalla com- prensione di bisogni e temi emergenti dal territorio. Tra questi si distingue, nell’ambito dello sviluppo locale, il rapporto con l’artigia- nato. Una relazione asimmetrica che ha tuttavia contribuito, a partire dalla fine degli anni Novanta, alla formazione di giovani ricer- catori allenati ad agire interpretando il progetto come sfida a una modernità irregolare che integra il saper fare con la dimensione tecnologica della contemporaneità. Un tramite per sperimentare ti- pologie di prodotti, modalità e ritualità in un precario equilibrio tra localismo e mondializzazione. Questo capitale di esperienze contradditorie è arrivato al presente in forme spurie, sparse ma vive, a testimonianza che il design è un in- sieme connettivo che mescola conoscenze e competenze misurabili anche in chiave generazionale. Una condizione che nel suo rapporto con la memoria interpreta una posizione di passaggio, di transizione, tale da richiedere alla cultura del progetto una responsabilità deci- siva nel promuovere intese e convergenze tra quanti agiscono nella medesima direzione dello sviluppo e dell’innovazione. File | Dimensione | Formato | |
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