Lo studio esamina il tema della responsabilità civile degli operatori legali (avvocato, dottore commercialista, notaio) alla luce della più recente scienza giuridica, interrogandosi sulla possibilità di ricostruire uno statuto unitario delle responsabilità professionali. Il recente revirement effettuato dalla Terza Sezione civile in tema di responsabilità contrattuale sanitaria, poi estesa alle obbligazioni aventi ad oggetto un "facere professionale" non sembra incidere sugli orientamenti della Cassazione che, fedele all’orientamento delle Sezioni unite, ora ricorre all’inversione dell’onere della prova, sulla base dei principi di prossimità e di presunzione di persistenza del diritto insoddisfatto, ora (ad es., nell’attività di consulenza, nella redazione di contratti e pareri, nell’adempimento degli obblighi d’informazione) ravvisa vere e proprie obbligazioni “di risultato”. Questa tendenza trova conferma soprattutto nella più rigorosa responsabilità (contrattuale ed extracontrattuale) del notaio. Ma il problema giuridico essenziale consiste, ancora una volta, nella prova del nesso di causa: il cammino delle Corti dalla “certezza morale”, alla “ragionevole certezza”, alla “ragionevole probabilità” si conferma ondivago. Il risarcimento del danno da perdita di chance permane una soluzione auspicabile in presenza di una “incertezza eventistica”, rappresentando uno strumento giusto ed efficiente di valutazione dei competing interests delle parti, espressione della generale funzione di compensation della responsabilità civile.
Attività e responsabilità nelle professioni legali / Feola, Maria. - (2020), pp. 339-385.
Attività e responsabilità nelle professioni legali
FEOLA, MARIA
2020
Abstract
Lo studio esamina il tema della responsabilità civile degli operatori legali (avvocato, dottore commercialista, notaio) alla luce della più recente scienza giuridica, interrogandosi sulla possibilità di ricostruire uno statuto unitario delle responsabilità professionali. Il recente revirement effettuato dalla Terza Sezione civile in tema di responsabilità contrattuale sanitaria, poi estesa alle obbligazioni aventi ad oggetto un "facere professionale" non sembra incidere sugli orientamenti della Cassazione che, fedele all’orientamento delle Sezioni unite, ora ricorre all’inversione dell’onere della prova, sulla base dei principi di prossimità e di presunzione di persistenza del diritto insoddisfatto, ora (ad es., nell’attività di consulenza, nella redazione di contratti e pareri, nell’adempimento degli obblighi d’informazione) ravvisa vere e proprie obbligazioni “di risultato”. Questa tendenza trova conferma soprattutto nella più rigorosa responsabilità (contrattuale ed extracontrattuale) del notaio. Ma il problema giuridico essenziale consiste, ancora una volta, nella prova del nesso di causa: il cammino delle Corti dalla “certezza morale”, alla “ragionevole certezza”, alla “ragionevole probabilità” si conferma ondivago. Il risarcimento del danno da perdita di chance permane una soluzione auspicabile in presenza di una “incertezza eventistica”, rappresentando uno strumento giusto ed efficiente di valutazione dei competing interests delle parti, espressione della generale funzione di compensation della responsabilità civile.File | Dimensione | Formato | |
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