Una ricognizione su Jacques-André Naigeon, la quale ambisse a costruire una biografia intellettuale del personaggio, non poteva che partire da un’indagine volta a ricostruire, in primis, il suo vissuto concreto, in modo da mostrare l’editore-filosofo nella sua interezza. Impresa non sempre facile, lì dove lo stesso Naigeon ha cercato di confondere le tracce dei suoi interpreti – aspetto divenuto quasi un marchio di fabbrica – rivelandosi, in questo, perfettamente in linea con alcune tecniche comuni all’intero secolo dei Lumi, almeno nei suoi membri più strettamente connessi con l’eredità libertina. All’interno degli studi illuministici Jacques-André Naigeon è spesso apparso, infatti, personaggio dall’identità non ben definita, in qualche modo dipendente dai suoi riconosciuti numi tutelari, Diderot e d’Holbach. La sua presenza emerge raramente, eppure, fatto curioso per un personaggio su cui poco è stato detto, il suo nome è sempre lì, citato quasi mai da solo, ma ricorsivamente presente. Tale elemento ha spinto quindi a domandarsi se, riguardo a Naigeon, non si potesse costruire qualcosa di più rispetto ai giudizi che egli ha storicamente ricevuto: scimmia di Diderot e “segretario” di d’Holbach. Ora, che la sua figura debba immensamente alle due citate, in particolare al philosophe a capo dell’impresa enciclopedica, è fuor di dubbio; l’aver da quest’ultimo ricevuto – alla vigilia della partenza per la Russia, da cui Diderot temeva di non ritornare – il difficile compito, poi confermato, di prepararne un’edizione completa della opere; averne finanche ereditato il ruolo di enciclopedista, potendo “utilizzare” gli articoli della “prima” Encyclopédie per meglio preparare, poco prima e poi durante la Rivoluzione, la nuova Encyclopédie Méthodique, ha certamente legato a doppio filo la vita di Naigeon a quella di Diderot, e sarebbe sbagliato non considerarlo. Così come, effettivamente, il biografo di Diderot ha collaborato con d’Holbach, durante gli anni sessanta e settanta del secolo, al proliferare delle opere di propaganda clandestina atea e materialista, e il suo nome di autore “sulfureo” deve molto anche al barone.

Jacques-André Naigeon (1735-1810) tra ombre e Lumi / Cosenza, Mario. - (2020).

Jacques-André Naigeon (1735-1810) tra ombre e Lumi

Mario Cosenza
2020

Abstract

Una ricognizione su Jacques-André Naigeon, la quale ambisse a costruire una biografia intellettuale del personaggio, non poteva che partire da un’indagine volta a ricostruire, in primis, il suo vissuto concreto, in modo da mostrare l’editore-filosofo nella sua interezza. Impresa non sempre facile, lì dove lo stesso Naigeon ha cercato di confondere le tracce dei suoi interpreti – aspetto divenuto quasi un marchio di fabbrica – rivelandosi, in questo, perfettamente in linea con alcune tecniche comuni all’intero secolo dei Lumi, almeno nei suoi membri più strettamente connessi con l’eredità libertina. All’interno degli studi illuministici Jacques-André Naigeon è spesso apparso, infatti, personaggio dall’identità non ben definita, in qualche modo dipendente dai suoi riconosciuti numi tutelari, Diderot e d’Holbach. La sua presenza emerge raramente, eppure, fatto curioso per un personaggio su cui poco è stato detto, il suo nome è sempre lì, citato quasi mai da solo, ma ricorsivamente presente. Tale elemento ha spinto quindi a domandarsi se, riguardo a Naigeon, non si potesse costruire qualcosa di più rispetto ai giudizi che egli ha storicamente ricevuto: scimmia di Diderot e “segretario” di d’Holbach. Ora, che la sua figura debba immensamente alle due citate, in particolare al philosophe a capo dell’impresa enciclopedica, è fuor di dubbio; l’aver da quest’ultimo ricevuto – alla vigilia della partenza per la Russia, da cui Diderot temeva di non ritornare – il difficile compito, poi confermato, di prepararne un’edizione completa della opere; averne finanche ereditato il ruolo di enciclopedista, potendo “utilizzare” gli articoli della “prima” Encyclopédie per meglio preparare, poco prima e poi durante la Rivoluzione, la nuova Encyclopédie Méthodique, ha certamente legato a doppio filo la vita di Naigeon a quella di Diderot, e sarebbe sbagliato non considerarlo. Così come, effettivamente, il biografo di Diderot ha collaborato con d’Holbach, durante gli anni sessanta e settanta del secolo, al proliferare delle opere di propaganda clandestina atea e materialista, e il suo nome di autore “sulfureo” deve molto anche al barone.
2020
Jacques-André Naigeon (1735-1810) tra ombre e Lumi / Cosenza, Mario. - (2020).
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