Il contributo definisce il lemma “bene comune”, a partire dal termine filosofico-tecnico. I beni comuni sono risorse materiali o immateriali condivise, che tendono a essere “non esclusive” e “non rivali”, perché l’uso da parte di un soggetto non impedisce l’uso da parte di un altro soggetto. Il lemma è, poi, messo in relazione con la configurazione spaziale peri-urbana, che individua una morfologia urbana più vulnerabile di altre, carente di servizi e infrastrutture che ne qualifichino l’abitare, in un’assenza generalizzata di welfare materiale e immateriale: dal trasporto collettivo, alle attrezzature e allo spazio pubblico, ai servizi. La tesi di fondo è che, in questi territori specialmente, è necessario informare/formare la comunità sulle potenzialità d’uso dello spazio, a prescindere dalla proprietà (pubblica o privata). Le forme di gestione prodotte si avvarranno di processi di cittadinanza attiva, azioni volte alla conduzione comunitaria dello spazio. In questa prospettiva, i processi partecipativi che coinvolgono le comunità non sono solo strumentali alla responsabilizzazione dei cittadini e delle associazioni nella gestione del “bene comune”, ma sono anche volti a definire uno standard realizzativo e degli usi in linea con le competenze della comunità locale, con le opportunità e i punti di forza già presenti e da consolidare.
Beni Comuni/Commons / Attademo, Anna. - (2017), pp. 192-197.
Beni Comuni/Commons
Anna Attademo
2017
Abstract
Il contributo definisce il lemma “bene comune”, a partire dal termine filosofico-tecnico. I beni comuni sono risorse materiali o immateriali condivise, che tendono a essere “non esclusive” e “non rivali”, perché l’uso da parte di un soggetto non impedisce l’uso da parte di un altro soggetto. Il lemma è, poi, messo in relazione con la configurazione spaziale peri-urbana, che individua una morfologia urbana più vulnerabile di altre, carente di servizi e infrastrutture che ne qualifichino l’abitare, in un’assenza generalizzata di welfare materiale e immateriale: dal trasporto collettivo, alle attrezzature e allo spazio pubblico, ai servizi. La tesi di fondo è che, in questi territori specialmente, è necessario informare/formare la comunità sulle potenzialità d’uso dello spazio, a prescindere dalla proprietà (pubblica o privata). Le forme di gestione prodotte si avvarranno di processi di cittadinanza attiva, azioni volte alla conduzione comunitaria dello spazio. In questa prospettiva, i processi partecipativi che coinvolgono le comunità non sono solo strumentali alla responsabilizzazione dei cittadini e delle associazioni nella gestione del “bene comune”, ma sono anche volti a definire uno standard realizzativo e degli usi in linea con le competenze della comunità locale, con le opportunità e i punti di forza già presenti e da consolidare.File | Dimensione | Formato | |
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