Lo studio, partendo da una riflessione di senso sullo sfondo dello scenario contemporaneo, mette al centro anzitutto la questione tipologica dell’edificio moschea. Viene messo in luce il riconoscimento della permanenza e della trasformazione dei tipi in quanto ‘enunciati logici sulla forma’ che prescindono dalla condizione storica e da qualsivoglia allitterazione linguistica, riflettendo, in che misura il mutamento che il rito islamico sta subendo nella condizione contemporanea globalizzata possa indurre variazioni e modificazioni efficienti sull'assetto tipologico dell'edificio moschea. L’analisi comparativa della moschea come edificio/spazio pubblico per la città si esplica attraverso gli strumenti dell’analisi urbana al fine di comparare le diverse morfologie di alcuni casi studio di città del Maghreb, della Turchia e dell’Iran. Nella fase conclusiva del lavoro, a partire dalla indagine di esperienze ed exempla più recenti di moschee in città occidentali, la ricerca indaga le procedure compositive di tale classe di manufatti avanzando per essi una classificazione formale. Al fine di proporre, attraverso montaggi analogici, possibili assetti e ipotesi riconfigurative a carattere urbano si assume come caso studio dimostratore la struttura morfologica e il sostrato fisico e geografico della città di Napoli sia per la condizione urbana densa sia per quella aperta in rapporto alla natura. L’analisi squisitamente compositiva degli exempla che si ritengono significativi nellambito tipologico delledificio moschea, si avvale del ri-disegno critico come strumento principale d’indagine, adoperando alcune specifiche modalità di lettura formale quali il close reading2 proposto e messo a punto da Peter Eisenman, e relative tecniche di rappresentazione astratto-sintetica capaci di indagare la spazialità delle architetture in esame. Infine per quanto attiene l’analisi morfologica di parti di città selezionate alle quali è rivolta la ricerca, sono stati utilizzati lo Strassenbau e lo Schwarzplan: il disegno dei tracciati e quello del tessuto costruito. Si applica in questi disegni non solo una semplificazione rappresentativa e convenzionale – in colore nero – in cui sono delineate unicamente le strade e gli edifici, ma anche una astrazione attraverso i due piani esistono in due momenti diversi in cui l’uno annulla – in bianco – l’altro. Le risultanze conoscitive di tali indagini si estrinsecano in rappresentazioni bidimensionali e tridimensionali oltre che nell’utilizzo di modelli fisici di studio di parti di città analizzate, associati ad alcuni exempla di moschee, selezionati per tipi, forme, dimensioni e caratteri urbani. Struttura della ricerca INTRODUZIONE È la parte della ricerca nella quale si fissano le premesse al lavoro di tesi. Qui vengono motivate le scelte circa il tema della moschea in Occidente all’interno dello scenario contemporaneo, prefissando gli obiettivi di tale indagine rispetto al livello conoscitivo dello stato dell’arte, esplicitando i criteri metodologici assunti e l’articolazione della ricerca in diverse parti tra loro correlate. PARTE PRIMA|Lo sfondo d’orizzonte Nella prima parte dello studio, con la consapevolezza che il tema scelto investe questioni che vanno ben oltre lo specifico disciplinare, si riflette ad ampio spettro sulla istanza tematica, sullo ‘sfondo d’orizzonte nel quale si inscrive il campo di indagine. Il tema delle migrazioni è una questione propria della contemporaneità e che ci riguarda in quanto abitanti dello spazio e del tempo odierno e in quanto architetti in ordine al nostro dovere civile di dare risposte concrete ai bisogni che la realtà ci pone. Al tema dell’accoglienza, come conseguenza della questione migratoria all’interno del dibattito che vede Islam e Occidente come due entità antitetiche e contrapposte, la ricerca intende rispondere anche attraverso la costruzione di spazi sacri per le comunità musulmane ormai presenti in maniera sempre più rilevante nelle città occidentali. Tale questione impone una riflessione sul ‘senso’ del sacro oggi e sul significato del rito nella determinazione dello spazio architettonico ai fini della sua edificazione. PARTE SECONDA|Archetipi e ripetizione. Nascita del tipo La seconda parte indaga l’archetipo e il tipo quali fondamenti della struttura formale di una architettura. L’attività rituale basata sulla ripetizione gestuale genera archetipi fissandone il carattere atemporale – da qui il titolo ‘Archetipi e ripetizione’ in riferimento a Il mito dell’eterno ritorno di Mircea Eliade – il cui rimando si è ritienuto necessario al fine di avanzare classificazioni e successive possibili trasformazioni e variazioni tipologiche. A partire dalla individuazione di alcune condizioni archetipali – recinto, selva, radura – si definiscono i tipi corrispondenti e le combinazioni che tra loro si generano: moschea ad aula, ad ipostilo, fino ad arrivare a casi in cui tutti i principi primi si combinano o si fondano tra loro. L’indagine si conclude con l’analisi della moschea di Cordoba, in Spagna, come caso studio esemplare ed eponimo della evoluzione formale e declinazione del tipo in rapporto ad ampliamenti e sistemi accrescitivi urbani occorsi nel tempo in cui però resta fissa la struttura tipologica fondamentale. PARTE TERZA|Forme e paradigmi compositivi dell’Islam: la moschea come ‘fatto urbano’ Questa parte della tesi, a seguito dello studio sul tipo architettonico, si propone di analizzare la moschea nel suo rapporto formale con le parti della città in cui si inserisce. Pertanto la ricerca, a partire da una riflessione sul passaggio da edificio collettivo a edificio/spazio pubblico aperto alla città, indaga da un lato le procedure compositive che, a partire dalla qibla si possono stabilire in una logica di piano-figura-sfondo, dallaltro la comparazione tra le morfologie di alcune città orientali in Turchia e in Iran e dunque il rapporto tra il ‘sistema’ paratattico delle moschee e la struttura urbana. PARTE QUARTA|Verso una nozione estensiva di Occidente In questa fase la ricerca indaga – a partire da una rinnovata nozione di Occidente – alcuni casi studio includenti sia i progetti ricadenti in specifiche aree geografiche occidentali sia che riguardino città dell’Oriente che abbiano però una cultura urbana riferibile e comparabile con le modalità insediative occidentali, sia i progetti di moschee in paesi islamici elaborati da architetti europei. Tale indagine si propone di mostrare quali tipi architettonici per la costruzione dell’edificio moschea si stiano consolidando e quali invece appaiano non capaci di stabilire una significativa permanenza e attitudine evolutiva. PARTE QUINTA|Costruire una moschea in Occidente È la fase applicativa della ricerca nel quale si ipotizzano possibili assetti formali per la costruzione di una moschea in Occidenteattraverso il montaggio analogico di alcuni selezionati exempla finora analizzati. La città di Napoli viene assunta quale caso studio e ‘campo denso' di sperimentazioni sia perché presenta una morfologia urbana fondata sovente sul principio della griglia ortogonale, del tutto estranea alle forme delle città islamiche, sia perché compone parti che presentano condizioni differenti ove i principi insediativi proposti per l’inserimento di un edificio per il culto islamico potrebbero essere assunti come ‘modelli’ di riferimento per qualsivoglia tessuto urbano avente analoghe caratteristiche. CONCLUSIONI In questa parte conclusiva, in termini più generali o generalizzabili, si tenta inoltre di sintetizzare gli esiti della ricerca rispetto al campo d’indagine e di esprimere considerazioni critiche rispetto agli ulteriori tematismi e sviluppi che la dissertazione e i suoi esiti conoscitivi potrebbero indurre o far scaturire.

LA MOSCHEA NELLA CITTÀ D’OCCIDENTE Tipi architettonici e forme urbane / Capozzi, Renato; Visconti, Federica; PRIETO FERNÁNDEZ, Julián. - (2020).

LA MOSCHEA NELLA CITTÀ D’OCCIDENTE Tipi architettonici e forme urbane

Renato CAPOZZI;Federica VISCONTI;
2020

Abstract

Lo studio, partendo da una riflessione di senso sullo sfondo dello scenario contemporaneo, mette al centro anzitutto la questione tipologica dell’edificio moschea. Viene messo in luce il riconoscimento della permanenza e della trasformazione dei tipi in quanto ‘enunciati logici sulla forma’ che prescindono dalla condizione storica e da qualsivoglia allitterazione linguistica, riflettendo, in che misura il mutamento che il rito islamico sta subendo nella condizione contemporanea globalizzata possa indurre variazioni e modificazioni efficienti sull'assetto tipologico dell'edificio moschea. L’analisi comparativa della moschea come edificio/spazio pubblico per la città si esplica attraverso gli strumenti dell’analisi urbana al fine di comparare le diverse morfologie di alcuni casi studio di città del Maghreb, della Turchia e dell’Iran. Nella fase conclusiva del lavoro, a partire dalla indagine di esperienze ed exempla più recenti di moschee in città occidentali, la ricerca indaga le procedure compositive di tale classe di manufatti avanzando per essi una classificazione formale. Al fine di proporre, attraverso montaggi analogici, possibili assetti e ipotesi riconfigurative a carattere urbano si assume come caso studio dimostratore la struttura morfologica e il sostrato fisico e geografico della città di Napoli sia per la condizione urbana densa sia per quella aperta in rapporto alla natura. L’analisi squisitamente compositiva degli exempla che si ritengono significativi nellambito tipologico delledificio moschea, si avvale del ri-disegno critico come strumento principale d’indagine, adoperando alcune specifiche modalità di lettura formale quali il close reading2 proposto e messo a punto da Peter Eisenman, e relative tecniche di rappresentazione astratto-sintetica capaci di indagare la spazialità delle architetture in esame. Infine per quanto attiene l’analisi morfologica di parti di città selezionate alle quali è rivolta la ricerca, sono stati utilizzati lo Strassenbau e lo Schwarzplan: il disegno dei tracciati e quello del tessuto costruito. Si applica in questi disegni non solo una semplificazione rappresentativa e convenzionale – in colore nero – in cui sono delineate unicamente le strade e gli edifici, ma anche una astrazione attraverso i due piani esistono in due momenti diversi in cui l’uno annulla – in bianco – l’altro. Le risultanze conoscitive di tali indagini si estrinsecano in rappresentazioni bidimensionali e tridimensionali oltre che nell’utilizzo di modelli fisici di studio di parti di città analizzate, associati ad alcuni exempla di moschee, selezionati per tipi, forme, dimensioni e caratteri urbani. Struttura della ricerca INTRODUZIONE È la parte della ricerca nella quale si fissano le premesse al lavoro di tesi. Qui vengono motivate le scelte circa il tema della moschea in Occidente all’interno dello scenario contemporaneo, prefissando gli obiettivi di tale indagine rispetto al livello conoscitivo dello stato dell’arte, esplicitando i criteri metodologici assunti e l’articolazione della ricerca in diverse parti tra loro correlate. PARTE PRIMA|Lo sfondo d’orizzonte Nella prima parte dello studio, con la consapevolezza che il tema scelto investe questioni che vanno ben oltre lo specifico disciplinare, si riflette ad ampio spettro sulla istanza tematica, sullo ‘sfondo d’orizzonte nel quale si inscrive il campo di indagine. Il tema delle migrazioni è una questione propria della contemporaneità e che ci riguarda in quanto abitanti dello spazio e del tempo odierno e in quanto architetti in ordine al nostro dovere civile di dare risposte concrete ai bisogni che la realtà ci pone. Al tema dell’accoglienza, come conseguenza della questione migratoria all’interno del dibattito che vede Islam e Occidente come due entità antitetiche e contrapposte, la ricerca intende rispondere anche attraverso la costruzione di spazi sacri per le comunità musulmane ormai presenti in maniera sempre più rilevante nelle città occidentali. Tale questione impone una riflessione sul ‘senso’ del sacro oggi e sul significato del rito nella determinazione dello spazio architettonico ai fini della sua edificazione. PARTE SECONDA|Archetipi e ripetizione. Nascita del tipo La seconda parte indaga l’archetipo e il tipo quali fondamenti della struttura formale di una architettura. L’attività rituale basata sulla ripetizione gestuale genera archetipi fissandone il carattere atemporale – da qui il titolo ‘Archetipi e ripetizione’ in riferimento a Il mito dell’eterno ritorno di Mircea Eliade – il cui rimando si è ritienuto necessario al fine di avanzare classificazioni e successive possibili trasformazioni e variazioni tipologiche. A partire dalla individuazione di alcune condizioni archetipali – recinto, selva, radura – si definiscono i tipi corrispondenti e le combinazioni che tra loro si generano: moschea ad aula, ad ipostilo, fino ad arrivare a casi in cui tutti i principi primi si combinano o si fondano tra loro. L’indagine si conclude con l’analisi della moschea di Cordoba, in Spagna, come caso studio esemplare ed eponimo della evoluzione formale e declinazione del tipo in rapporto ad ampliamenti e sistemi accrescitivi urbani occorsi nel tempo in cui però resta fissa la struttura tipologica fondamentale. PARTE TERZA|Forme e paradigmi compositivi dell’Islam: la moschea come ‘fatto urbano’ Questa parte della tesi, a seguito dello studio sul tipo architettonico, si propone di analizzare la moschea nel suo rapporto formale con le parti della città in cui si inserisce. Pertanto la ricerca, a partire da una riflessione sul passaggio da edificio collettivo a edificio/spazio pubblico aperto alla città, indaga da un lato le procedure compositive che, a partire dalla qibla si possono stabilire in una logica di piano-figura-sfondo, dallaltro la comparazione tra le morfologie di alcune città orientali in Turchia e in Iran e dunque il rapporto tra il ‘sistema’ paratattico delle moschee e la struttura urbana. PARTE QUARTA|Verso una nozione estensiva di Occidente In questa fase la ricerca indaga – a partire da una rinnovata nozione di Occidente – alcuni casi studio includenti sia i progetti ricadenti in specifiche aree geografiche occidentali sia che riguardino città dell’Oriente che abbiano però una cultura urbana riferibile e comparabile con le modalità insediative occidentali, sia i progetti di moschee in paesi islamici elaborati da architetti europei. Tale indagine si propone di mostrare quali tipi architettonici per la costruzione dell’edificio moschea si stiano consolidando e quali invece appaiano non capaci di stabilire una significativa permanenza e attitudine evolutiva. PARTE QUINTA|Costruire una moschea in Occidente È la fase applicativa della ricerca nel quale si ipotizzano possibili assetti formali per la costruzione di una moschea in Occidenteattraverso il montaggio analogico di alcuni selezionati exempla finora analizzati. La città di Napoli viene assunta quale caso studio e ‘campo denso' di sperimentazioni sia perché presenta una morfologia urbana fondata sovente sul principio della griglia ortogonale, del tutto estranea alle forme delle città islamiche, sia perché compone parti che presentano condizioni differenti ove i principi insediativi proposti per l’inserimento di un edificio per il culto islamico potrebbero essere assunti come ‘modelli’ di riferimento per qualsivoglia tessuto urbano avente analoghe caratteristiche. CONCLUSIONI In questa parte conclusiva, in termini più generali o generalizzabili, si tenta inoltre di sintetizzare gli esiti della ricerca rispetto al campo d’indagine e di esprimere considerazioni critiche rispetto agli ulteriori tematismi e sviluppi che la dissertazione e i suoi esiti conoscitivi potrebbero indurre o far scaturire.
2020
LA MOSCHEA NELLA CITTÀ D’OCCIDENTE Tipi architettonici e forme urbane / Capozzi, Renato; Visconti, Federica; PRIETO FERNÁNDEZ, Julián. - (2020).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/801202
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