Nell’arco degli ultimi decenni le serie tv hanno ottenuto una posizione di rilievo all’interno del mediascape. di venendo oggetto di riflessione per la ricerca, come evi denziato dai numerosi convegni e studi a esse dedicati. La trasformazione di questo prodotto mediale è pro fonda e indicativa della direzione intrapresa da tutto il sistema dei media: da forma di intrattenimento dal con tenuto semplice e accessibile a tutti – relativa a un pe riodo della televisione che Umberto Eco definisce “pa leotelevisivo” (cfr. Eco, 1964) –, dedicato a un pubbli co indistinto e generalista e quindi veicolo privilegiato per la pubblicità, a oggetto di incredibile investimento: passionale da parte di un pubblico sempre più colto e selezionato ed economico da parte degli studios che si occupano della loro produzione. Westworld, prodotta da HBO nel 2016, rappresenta sicuramente una di quelle serie che il sociologo Sergio Brancato definirebbe postseriali (2011), ossia una fiction che trascende i canoni della serialità televisiva fino a diventare un prodotto che: Proponendo universi immaginari estremamente innovativi nei contenuti e nelle forme [...] supera il cinema nella capacità di aderire ai profili identitari del pubblico, resti tuendone aspettative e inquietudini (Brancato, 2011). La serie, ispirata all’omonimo film di Michael Cri chton del 1973, ci racconta le vicende di un futuribile parco a tema western, dove host umanoidi si impegna no a soddisfare i desideri (narrativi, violenti, erotici) dei visitatori; gli esseri umani, al suo interno, percorrono territori di frontiera: quelli fisici riprodotti dal parco e quelli relativi alla percezione stessa della realtà.

Vivere in Westworld: morte, rinascita e mimesi post-umana / Chirchiano, Emiliano. - (2019), pp. 13-27.

Vivere in Westworld: morte, rinascita e mimesi post-umana

CHIRCHIANO EMILIANO
2019

Abstract

Nell’arco degli ultimi decenni le serie tv hanno ottenuto una posizione di rilievo all’interno del mediascape. di venendo oggetto di riflessione per la ricerca, come evi denziato dai numerosi convegni e studi a esse dedicati. La trasformazione di questo prodotto mediale è pro fonda e indicativa della direzione intrapresa da tutto il sistema dei media: da forma di intrattenimento dal con tenuto semplice e accessibile a tutti – relativa a un pe riodo della televisione che Umberto Eco definisce “pa leotelevisivo” (cfr. Eco, 1964) –, dedicato a un pubbli co indistinto e generalista e quindi veicolo privilegiato per la pubblicità, a oggetto di incredibile investimento: passionale da parte di un pubblico sempre più colto e selezionato ed economico da parte degli studios che si occupano della loro produzione. Westworld, prodotta da HBO nel 2016, rappresenta sicuramente una di quelle serie che il sociologo Sergio Brancato definirebbe postseriali (2011), ossia una fiction che trascende i canoni della serialità televisiva fino a diventare un prodotto che: Proponendo universi immaginari estremamente innovativi nei contenuti e nelle forme [...] supera il cinema nella capacità di aderire ai profili identitari del pubblico, resti tuendone aspettative e inquietudini (Brancato, 2011). La serie, ispirata all’omonimo film di Michael Cri chton del 1973, ci racconta le vicende di un futuribile parco a tema western, dove host umanoidi si impegna no a soddisfare i desideri (narrativi, violenti, erotici) dei visitatori; gli esseri umani, al suo interno, percorrono territori di frontiera: quelli fisici riprodotti dal parco e quelli relativi alla percezione stessa della realtà.
2019
9788894477702
Vivere in Westworld: morte, rinascita e mimesi post-umana / Chirchiano, Emiliano. - (2019), pp. 13-27.
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