Il cosiddetto Castello Aragonese di Ischia, le cui origini risalgono al V secolo a.C. - all’epoca di Gerone I, che fonda sull’isolotto la città di Geronda denominata anche Castel Gerone - costituisce l’isola nell’isola. Un maniero fortificato che per molti secoli ha rappresentato il nucleo delle attività non solo d’Ischia ma anche dell’intero territorio napoletano, per le sue valenze di “Forte” nel mare. Nei secoli è stato dimora privilegiata degli Angiò e degli Aragonesi, ospitando persino la Cattedrale e il palazzo Vescovile. Divenne il riparo per i profughi dei moti della repubblica Partenopea del 1799 e carcere durante le guerre d’indipendenza, e, nel 1860 monumento nazionale. Una storia articolata e complessa fino all’abbandono nel 1880 e alla vendita dallo Stato ai privati nel 1911. Al di là dei molteplici valori espressi dalle sue architetture di carattere difensivo militaresco, religioso-monastico, artistico-culturale, antropologico, l’intero complesso oggi rappresenta un caso virtuoso di bene culturale privatizzato. Il contributo si propone di offrire una lettura sintetica delle importanti stratificazioni storiche che costituiscono il palinsesto-Castello e il passaggio dallo Stato ai privati con la gestione dello stesso come modello esemplare per la conoscenza, la conservazione, la rifunzionalizzazione e la valorizzazione di un bene che per caratteristiche morfologiche, storiche, naturalistiche e paesaggistiche rappresenta un unicum. Il contributo, inoltre, vuole soffermarsi sulla procedura attivata nel 2009 dai proprietari, in collaborazione con associazioni culturali e professionali, per un concorso di idee - iniziativa che ha richiamato l’attenzione di personaggi da molte località europee - che aveva come scopo la riconfigurazione della antica Cattedrale di origine gotiche, con strutture aragonesi e barocche, oggi a stato di rudere dopo il bombardamento del 1809 da parte della flotta siculo-inglese guidata da Leopoldo di Borbone principe di Salerno.
Ischia: da Castel Gerone a Castello Aragonese. Una fortificazione privata per la cultura / Castagnaro, Alessandro. - (2019), pp. 219-226.
Ischia: da Castel Gerone a Castello Aragonese. Una fortificazione privata per la cultura
ALESSANDRO Castagnaro
2019
Abstract
Il cosiddetto Castello Aragonese di Ischia, le cui origini risalgono al V secolo a.C. - all’epoca di Gerone I, che fonda sull’isolotto la città di Geronda denominata anche Castel Gerone - costituisce l’isola nell’isola. Un maniero fortificato che per molti secoli ha rappresentato il nucleo delle attività non solo d’Ischia ma anche dell’intero territorio napoletano, per le sue valenze di “Forte” nel mare. Nei secoli è stato dimora privilegiata degli Angiò e degli Aragonesi, ospitando persino la Cattedrale e il palazzo Vescovile. Divenne il riparo per i profughi dei moti della repubblica Partenopea del 1799 e carcere durante le guerre d’indipendenza, e, nel 1860 monumento nazionale. Una storia articolata e complessa fino all’abbandono nel 1880 e alla vendita dallo Stato ai privati nel 1911. Al di là dei molteplici valori espressi dalle sue architetture di carattere difensivo militaresco, religioso-monastico, artistico-culturale, antropologico, l’intero complesso oggi rappresenta un caso virtuoso di bene culturale privatizzato. Il contributo si propone di offrire una lettura sintetica delle importanti stratificazioni storiche che costituiscono il palinsesto-Castello e il passaggio dallo Stato ai privati con la gestione dello stesso come modello esemplare per la conoscenza, la conservazione, la rifunzionalizzazione e la valorizzazione di un bene che per caratteristiche morfologiche, storiche, naturalistiche e paesaggistiche rappresenta un unicum. Il contributo, inoltre, vuole soffermarsi sulla procedura attivata nel 2009 dai proprietari, in collaborazione con associazioni culturali e professionali, per un concorso di idee - iniziativa che ha richiamato l’attenzione di personaggi da molte località europee - che aveva come scopo la riconfigurazione della antica Cattedrale di origine gotiche, con strutture aragonesi e barocche, oggi a stato di rudere dopo il bombardamento del 1809 da parte della flotta siculo-inglese guidata da Leopoldo di Borbone principe di Salerno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.