Nell'area metropolitana di Napoli, l’abusivismo più rilevante riguarda l’ultimo trentennio, con tipologie edilizie rade, inframmezzate da colti/incolti. La maggior parte delle lottizzazioni risultano non solo carenti in termini di urbanizzazioni primarie e servizi, ma, nelle aree dell’antico fiume Sebeto, oggi coperto e adibito a collettore fognario, presentano una notevole vulnerabilità. La presenza di insediamenti illegali con pozzi abusivi di varia profondità, l’inefficienza di impianti fognari e i canali tombati rafforzano le criticità naturali, imponendo un superamento di politiche settoriali. L’attuazione del Programma Integrato Urbano PIU Europa 2007-2013, ad esempio, ha visto un’erogazione di fondi comunitari priva di strategia, escludendo il coinvolgimento attivo delle comunità insediate che per prime si sono fatte complici dell’abuso. Gli strumenti urbanistici possono individuare invece nel paesaggio come bene comune uno strumento tramite il quale recuperare alla collettività le aree libere marginali degli insediamenti abusivi, costruendo una rete di spazi pubblici, che potrebbe funzionare come una vera eco-idro-infrastruttura. Parallelamente l’inserimento in progetti europei, finalizzati alla costruzione di local empowerment, può contribuire a costruire un rapporto resiliente e adattivo tra amministrazione e comunità, che superi la visione legata all’emergenza estemporanea dell’utilizzo di fondi dall’alto.

Inefficienza infrastrutturale e rischio idraulico / Attademo, Anna. - (2017), pp. 125-135.

Inefficienza infrastrutturale e rischio idraulico

Anna Attademo
2017

Abstract

Nell'area metropolitana di Napoli, l’abusivismo più rilevante riguarda l’ultimo trentennio, con tipologie edilizie rade, inframmezzate da colti/incolti. La maggior parte delle lottizzazioni risultano non solo carenti in termini di urbanizzazioni primarie e servizi, ma, nelle aree dell’antico fiume Sebeto, oggi coperto e adibito a collettore fognario, presentano una notevole vulnerabilità. La presenza di insediamenti illegali con pozzi abusivi di varia profondità, l’inefficienza di impianti fognari e i canali tombati rafforzano le criticità naturali, imponendo un superamento di politiche settoriali. L’attuazione del Programma Integrato Urbano PIU Europa 2007-2013, ad esempio, ha visto un’erogazione di fondi comunitari priva di strategia, escludendo il coinvolgimento attivo delle comunità insediate che per prime si sono fatte complici dell’abuso. Gli strumenti urbanistici possono individuare invece nel paesaggio come bene comune uno strumento tramite il quale recuperare alla collettività le aree libere marginali degli insediamenti abusivi, costruendo una rete di spazi pubblici, che potrebbe funzionare come una vera eco-idro-infrastruttura. Parallelamente l’inserimento in progetti europei, finalizzati alla costruzione di local empowerment, può contribuire a costruire un rapporto resiliente e adattivo tra amministrazione e comunità, che superi la visione legata all’emergenza estemporanea dell’utilizzo di fondi dall’alto.
2017
978-88-6843-705-3
Inefficienza infrastrutturale e rischio idraulico / Attademo, Anna. - (2017), pp. 125-135.
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