La pubblicazione illustra il progetto del giardino/folie redatto su invito e realizzato nell'Auditoriom del Parco della Musica a Roma, in occasione della IV edizione della rassegna Follie d'Autore, curata da F. Zagari, nell'ambito del Festival del Verde e del Paesaggio 2014. Il giardino è un effimero e instabile equilibrio di forma e materia, sospeso nello spazio e nel tempo. È una composizione delicata, dall’anima indomita, che continuamente si deforma, si smargina, si frantuma, sottraendosi alla fissità della forma conclusa, per ricomporsi in modi diversi e inaspettati. Un giardino è la proiezione di un possibile ordine formale, astratto, preciso, prezioso quanto inutile, sulla materia che si stratifica, si intreccia, si accumula, si dirada simile alla sostanza di cui sono fatti i pensieri, i sogni, i ricordi. Tensione tra materia caotica e forma cosmetica, nella serena imminenza della rovina e della ricomposizione in altra forma, il giardino è preveggente. È enunciazione di un frammento di pensiero ordinatore aperto, capace di accogliere e lasciare accumulare ciò che verrà rielaborandolo in memoria, senso, forma che dialoga con le forme del passato reinventandone continuamente il significato. / This publication describes the project for a garden/folie, which was designed at invitation and built beside the Auditorium in the Parco della Musica in Roma, on the occasion of the 4th edition of the exhibition Follie d’Autore, edited by F. Zagari, in the frame of the Festival del Verde e del Paesaggio 2014. The garden is an ephemeral and unstable balance of form and matter, floating in space and time. It is a delicate, though untamed, composition, which continuously loses its shape and boundaries, and breaks, escaping from the fixity of a finished form, in order to recompose in different and unexpected ways. A garden is the projection of a possible, abstract, precise, precious as well as useless, formal order onto the matter, which layers, interweaves, accumulates, thins out, alike the substance our thoughts, as well as our dreams and memories, are made out of. A tension between chaotic matter and cosmetic form, in the calm imminence of ruin and re-composition into a different form, the garden is clairvoyant. It is the statement of a fragment of an open, regulating thought, which is capable of welcoming and letting accumulate what is going to come, turning it into memories, sense, form, which dialogues with the forms of the past, continuously re-inventing their meaning.

Hic sumus felices / Stendardo, Luigi; Siviero, Luigi; Antoniadis, Stefanos. - (2014), pp. 30-33.

Hic sumus felices

Stendardo Luigi
;
2014

Abstract

La pubblicazione illustra il progetto del giardino/folie redatto su invito e realizzato nell'Auditoriom del Parco della Musica a Roma, in occasione della IV edizione della rassegna Follie d'Autore, curata da F. Zagari, nell'ambito del Festival del Verde e del Paesaggio 2014. Il giardino è un effimero e instabile equilibrio di forma e materia, sospeso nello spazio e nel tempo. È una composizione delicata, dall’anima indomita, che continuamente si deforma, si smargina, si frantuma, sottraendosi alla fissità della forma conclusa, per ricomporsi in modi diversi e inaspettati. Un giardino è la proiezione di un possibile ordine formale, astratto, preciso, prezioso quanto inutile, sulla materia che si stratifica, si intreccia, si accumula, si dirada simile alla sostanza di cui sono fatti i pensieri, i sogni, i ricordi. Tensione tra materia caotica e forma cosmetica, nella serena imminenza della rovina e della ricomposizione in altra forma, il giardino è preveggente. È enunciazione di un frammento di pensiero ordinatore aperto, capace di accogliere e lasciare accumulare ciò che verrà rielaborandolo in memoria, senso, forma che dialoga con le forme del passato reinventandone continuamente il significato. / This publication describes the project for a garden/folie, which was designed at invitation and built beside the Auditorium in the Parco della Musica in Roma, on the occasion of the 4th edition of the exhibition Follie d’Autore, edited by F. Zagari, in the frame of the Festival del Verde e del Paesaggio 2014. The garden is an ephemeral and unstable balance of form and matter, floating in space and time. It is a delicate, though untamed, composition, which continuously loses its shape and boundaries, and breaks, escaping from the fixity of a finished form, in order to recompose in different and unexpected ways. A garden is the projection of a possible, abstract, precise, precious as well as useless, formal order onto the matter, which layers, interweaves, accumulates, thins out, alike the substance our thoughts, as well as our dreams and memories, are made out of. A tension between chaotic matter and cosmetic form, in the calm imminence of ruin and re-composition into a different form, the garden is clairvoyant. It is the statement of a fragment of an open, regulating thought, which is capable of welcoming and letting accumulate what is going to come, turning it into memories, sense, form, which dialogues with the forms of the past, continuously re-inventing their meaning.
2014
9788896002421
Hic sumus felices / Stendardo, Luigi; Siviero, Luigi; Antoniadis, Stefanos. - (2014), pp. 30-33.
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