L’inflazione — insostenibile — delle impugnazioni ha richiesto interventi straordinari, tesi ad incidere su un assetto privo di razionalità. Il timore, però, è che questi interventi normativi rimangano incompiuti, occorrendo una nuova impostazione, un metodo per governare la crisi dell’effettività della tutela giurisdizionale. Il riferimento è ad un topos del razionalismo, che non sia esclusivamente teoretico, necessitando di una logica argomentativa oggetto di continua discussione, funzionale ad un’interpretazione basata sulla ragionevolezza e che abbia come premessa la connotazione finalistica del principio di non regressione a tutela dell’inviolabilità della libertà personale (art. 13 Cost.) e del giusto processo (art. 111 Cost.). Un’opera di mediazione complessa — sicuramente — e, comunque, imposta dal pluralismo delle fonti e dall’erosione di talune categorie tradizionali, che hanno reso ‘sconosciuto’ il diritto. Tuttavia, su questo versante ogni riflessione sarebbe incongrua, se non fosse ancorata alla percezione di uno stato di fatto allarmante: il sovraccarico di lavoro delle Corti di appello e della Corte di cassazione. Per questa via, l’esegesi giurisprudenziale ha cercato di attribuire un’adeguata tutela a situazioni giuridiche soggettive pregiudicate da anomalie genetiche o funzionali riconducibili ai concetti di abnormità e di inesistenza: essi, pur non predeterminati dal legislatore, rinvengono la propria rilevanza giuridica dalla conformazione di fondo del sistema con cui, rispetto a talune norme specifiche, si pongono in contrasto nelle loro estrinsecazioni concrete. Siamo di fronte ad una nomofilachia a difesa dei diritti fondamentali, che si attua attraverso il rigore nel metodo interpretativo, salvaguardando i principi informatori del sistema processuale penale.

Il sistema delle impugnazioni e il provvedimento abnorme / Iasevoli, Clelia. - (2019), pp. 23-54.

Il sistema delle impugnazioni e il provvedimento abnorme

Iasevoli Clelia
2019

Abstract

L’inflazione — insostenibile — delle impugnazioni ha richiesto interventi straordinari, tesi ad incidere su un assetto privo di razionalità. Il timore, però, è che questi interventi normativi rimangano incompiuti, occorrendo una nuova impostazione, un metodo per governare la crisi dell’effettività della tutela giurisdizionale. Il riferimento è ad un topos del razionalismo, che non sia esclusivamente teoretico, necessitando di una logica argomentativa oggetto di continua discussione, funzionale ad un’interpretazione basata sulla ragionevolezza e che abbia come premessa la connotazione finalistica del principio di non regressione a tutela dell’inviolabilità della libertà personale (art. 13 Cost.) e del giusto processo (art. 111 Cost.). Un’opera di mediazione complessa — sicuramente — e, comunque, imposta dal pluralismo delle fonti e dall’erosione di talune categorie tradizionali, che hanno reso ‘sconosciuto’ il diritto. Tuttavia, su questo versante ogni riflessione sarebbe incongrua, se non fosse ancorata alla percezione di uno stato di fatto allarmante: il sovraccarico di lavoro delle Corti di appello e della Corte di cassazione. Per questa via, l’esegesi giurisprudenziale ha cercato di attribuire un’adeguata tutela a situazioni giuridiche soggettive pregiudicate da anomalie genetiche o funzionali riconducibili ai concetti di abnormità e di inesistenza: essi, pur non predeterminati dal legislatore, rinvengono la propria rilevanza giuridica dalla conformazione di fondo del sistema con cui, rispetto a talune norme specifiche, si pongono in contrasto nelle loro estrinsecazioni concrete. Siamo di fronte ad una nomofilachia a difesa dei diritti fondamentali, che si attua attraverso il rigore nel metodo interpretativo, salvaguardando i principi informatori del sistema processuale penale.
2019
9788828814511
Il sistema delle impugnazioni e il provvedimento abnorme / Iasevoli, Clelia. - (2019), pp. 23-54.
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